DECIMETROPOLI2025 - Pop, Elettronica, Urban

METROPOLIprecedente

Un eclettico disco elettropop che esplora la moderna solitudine urbana

Al giorno d’oggi, imbattersi in un album pop in grado di mettere d’accordo sia gli amanti della musica mainstream sia gli instancabili esploratori di sonorità diverse dal solito è una cosa veramente rara. METROPOLI, il primo disco di DECI, prova a inserirsi (con discreta ambizione) in questa sfuggente categoria discografica.

Pubblicato dall'etichetta indipendente Beat Factory su distribuzione Believe Music Italia, l'esordio del cantante mantovano classe '91 è un album bifronte, scisso in due metà perfettamente complementari. Nella sua prima facciata METROPOLI ammicca infatti a un pop da classifica, capace di rimbalzare tra le due sponde dell'Atlantico senza soluzione di continuità. Un'ottavina di brani che guarda alla retrowave degli ultimi The Kolors (Americana e METROPOLI) e all'alternative R&B à la The Weeknd (H24 e Lamette), passando per gli arabeggianti calembour melodici della contemporary urban mahmoodiana (mareMOTO).

Passando invece al lato B, le cose cambiano parecchio. La seconda parte di METROPOLI si apre con il mood digitale e apocalittico di DARK ROOM, fatto di synth sporchi e beat dal retrogusto industrial: probabilmente il pezzo migliore del disco (o perlomeno il più eclettico). Dopo l'esplosiva ed elettronica teatralità pop rock di 1000 MODI, l'album scorre tra richiami al synthpop (6TE) e all'hip pop melodico (mezz'ARIA) verso piccolissimo, la sua ultima ed eterea traccia. Un pezzo che, a livello di arrangiamento, sembra dialogare con la lisergica spiritualità "messa a terra" da MACE in dischi come OLTRE e MĀYĀ.

Questo notevolissimo plateau sonoro viene completato da DECI con testi che riflettono sulla vera e propria sindrome di Stoccolma subita da milioni di persone verso gli scintillanti palazzi che svettano nello skyline dei moderni centri urbani. Strofe e ritornelli in grado di restituire quel senso di solitudine, amplificato da massacranti routine, notti insonni e relazioni tossiche, che permea le strade e il cemento delle grandi città italiane (e non solo). 

Se nella sua prima parte METROPOLI può sembrare un disco che guarda (un po' troppo) alle posizioni più calde delle classifiche di vendite e ascolti, il suo Lato B ribalta con forza questa visione, aprendosi a soluzioni sonore decisamente più originali e sfaccettate. A tenere insieme questa doppia anima ci pensa un livello di produzione davvero pregevole, dalla prima all'ultima traccia.

Un album veramente ben curato, capace di essere al tempo stesso mainstream e ricercato, che conferma gli ottimi giudizi già espressi su DECI nei mesi passati, quando l'avevamo definito "una delle voci più interessanti della scena pop elettronica italiana". Aspettative decisamente alte, che con questo disco non sono state disattese.

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La recensione METROPOLI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-07-04 01:24:11

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