L'eleganza sintetica di una ballad postmoderna.
Con Crazy Ballad Of The World, Stefano Marchitiello — mente dietro il progetto Out Of Contest — ci regala un brano che è al tempo stesso dichiarazione d’intenti e raffinato esercizio di stile. Un viaggio strumentale dove l’elettronica si fa linguaggio evocativo, in bilico tra nostalgia e visione futurista.
L’impronta è chiaramente techno, ma non nella sua declinazione più abrasiva: qui le pulsazioni sono controllate, quasi ipnotiche, e si intrecciano con trame sonore che sembrano provenire da un vinile impolverato degli anni Ottanta. Le influenze di quell’epoca sono dichiarate e rielaborate con eleganza: synth pulsanti, riverberi notturni e sfumature dark pop costruiscono un paesaggio sonoro che pare uscito da una pellicola distopica diretta da un Nicolas Winding Refn in vena malinconica.
Marchitiello rilegge il passato elettronico con un tocco autoriale, trasportandolo in una dimensione sospesa dove l’assenza di parole non toglie forza narrativa, anzi la esalta. Ogni loop, ogni variazione timbrica racconta qualcosa, suggerisce, accompagna.
Out Of Contest conferma così la propria cifra stilistica: un'elettronica colta, cinematografica, che non ha paura di essere emozionale. E se questa è la “ballad pazza del mondo”, allora forse è anche la sua colonna sonora più sincera. Un pezzo che piacerà a chi ama John Carpenter e Kavinsky.
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La recensione Crazy Ballad of the World di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-05-19 08:02:21
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