Sonorità rarefatte e cripticismo poetico che ci invitano ad abbracciare noi stessi nella nostra totalità
"Per poter amare gli altri in modo autentico e profondo, è necessario innanzitutto amare sé stessi". Questa, oltre a essere una delle più celebri (e gettonate) massime di Osho, è anche il perno attorno al quale ruota primo amore, il primo singolo di Jigamma, al secolo Ginevra Gammanossi.
Prodotto dall'etichetta indipendente romana Dumba Dischi su distribuzione Believe, l'esordio dell'artista livornese trapiantata da qualche anno a Bologna rimbalza senza soluzione di continuità tra atmosfere implose e sognanti, comodamente distese su morbidi tappeti di synth e pattern ritmici ovattati, creati da Jigamma insieme all'aiuto del producer Davide Agnolin.
Una strumentale sospesa tra elettronica analogica e pop sperimentale, su cui la voce eterea di Gammanossi si adagia con grazia, librandosi tra beat e armonie come un sussurro consapevole. Strofe, intime e sibilline, nelle quali la musicista toscana compie un viaggio introspettivo alla ricerca di sé stessa, dove l’accettazione dei propri unici, autentici e meravigliosamente umani difetti diventa un atto di liberazione personale nonché di apertura verso il prossimo.
Te lo spiego io ma lo puoi capire
Chissà i sogni dove vanno a finire
C’è una parte dei miei occhi che
Che li vede e che li segue come due zanzare
Canta Jigamma nel suo primo singolo. Grazie all'ottimo mix tra oniriche sonorità digitali e uno storytelling criptico ma estremamente evocativo, primo amore è un ottimo esordio discografico, capace di far ballare e riflettere allo stesso tempo.
Una perfetta fusione tra club culture e arte performativa, con cui Jigamma si presenta sin da subito come un'interessantissima novità da tenere d’occhio in vista di eventuali singoli o dischi che deciderà di condividere nei mesi a venire.
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La recensione primo amore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-05-21 00:12:42
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