Freschezza e genuinità punk "poppettara" per celebrare la bellezza del cambiamento
Un inno scazzato e spensierato per cavalcare le tante onde che la vita ci lancia contro. È questo il sunto di Global Warmer, il nuovo singolo dei Take Death. A una manciata di mesi da Sunshine X, il quartetto milanese torna con un brano un po' più smussato, meno spigoloso nei suoni, ma comunque ruvido e genuino al punto giusto: come se fosse nato in un seminterrato di provincia riconvertito in sala prove.
Tre minuti abbondanti di chitarre ariose e sferzanti, ben equilibrate con un solido tappeto ritmico di basso e batteria. Un impasto capace di rimbalzare senza soluzione di continuità tra l'energica orecchiabilità del power pop e la cruda esuberanza del garage punk.
Sonorità prive di fronzoli, a cui i Take Death affiancano un testo dal mood positivista ma mai melenso. Strofe e ritornelli che, parafrasando il celebre detto latino "Carpe Diem", ci invitano ad accogliere la bellezza del cambiamento lungo il nostro cammino, lasciandoci alle spalle le paure che tali mutamenti possono generare.
Se c’è un elemento che potrebbe far storcere il naso, è la pronuncia inglese non proprio impeccabile di Giulia Biamino, frontwoman della band, che in alcuni punti rischia di provocare il temutissimo "Effetto Sandy Marton" (People from Ibiza, anybody?). Ad ogni modo, la genuinità del suo approccio dà al pezzo quel tocco personale che, in fondo, si sposa bene con la rawness estetica della band.
Al posto di una "sciacquata di panni nel Tamigi", una mossa curiosa e stimolante per i Take Death potrebbe essere quella di cimentarsi in futuro con testi in italiano. Un connubio tra lingua nostrana e sound d'oltreoceano che, se ben calibrato, potrebbe rivelarsi davvero interessante. Let’s wait and see hear.
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La recensione Global Warmer di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-05-29 01:55:02
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