Livrea Diario di scavo 2025 - Trip-Hop, Nu jazz, Urban

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Un album raffinato, in cui la complessità si dissolve in grazia e naturalezza, regalando un ascolto straordinariamente appagante

"Perché per me fare canzoni è un po' come fare archeologia: ci si sporca le mani e si scava". È tutto qui, racchiuso nelle prime strofe di Entro, il suo brano d'apertura, il senso ultimo di Diario di scavo, il nuovo disco di Livrea, al secolo Sofia Bressan.

Anticipato un paio di mesi fa dal singolo Falli Fuori, il secondo album della cantautrice veronese classe 2000 si compone di dieci tracce che si rivelano progressivamente, senza fretta, mostrando un intricato sistema di stratificazioni sonore. Un mutevole equilibrio musicale che, oscillando con regolarità tra spinte analogiche ed elettroniche, vanno a formare uno spazio sonoro complesso e iridescente. 

Proprio come Heinrich Schliemann che verso la fine dell’Ottocento riportò alla luce la mitica città di Troia sulla collina turca di Hisarlik, anche Livrea scava nella grezza pietra del rumore, scoprendo un ricco e sfaccettato universo musicale. Un'eufonica commistione di elementi all'apparenza lontani, che in poco più di venti minuti di ascolto, fonde la raffinata sensualità del neo soul (Come Cani e Mistiche Vibre) con la crepuscolare groovienss del nu jazztrip hop (I muri delle case), passando per stralunate serenate urban (A Ludovica) e la gelida eleganza del downtempo (Gazza Ladra).

Un lavoro di cesello lento e minuzioso, compiuto da Bressan insieme al producer Francesco Ambrosini (in arte Duck Chagall) in grado di far aderire ogni singola traccia alla voce incredibilmente duttile della cantautrice veneta. Il canto di Livrea, pur restando un elemento centrale di Diario di scavo, va infatti a fondersi in maniera organica con il tessuto sonoro - al pari di synth, batteria, chitarra e drum machine - diventando essa stessa uno strumento al servizio del disco.

Con questo suo secondo LP, Bressan non solo conferma l'interesse che già avevamo mostrato verso di lei negli scorsi mesi, ma lo ripaga con un'ottavina di tracce capaci di andare oltre le nostre già alte aspettative. Diario di scavo è infatti una rapsodia di musica concreta, scritta e "messa a terra" con la pazienza e la passione di una restauratrice alle prese con le minuscole tesserine di un mosaico antico. Un disco incantevole, accessibile ma estremamente raffinato, che si ritaglia con pieno merito un posto tra le uscite più notevoli di questo 2025 ormai entrato nel vivo.

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La recensione Diario di scavo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-06-07 17:46:23

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