Orange Combutta Oka.pi 2025 - Sperimentale

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Il secondo disco del collettivo Orange Combutta, Oka.pi, è una foresta di piccoli suoni che si sommano tra loro e vanno a creare una vera e propria selva, complicata da districare, tra beat trip-hop e divagazioni nu-jazz

Nei boschi della musica italiana, lontano dalle luci della città, avvengono incontri e incroci strani, che danno vita a progetti bizzarri e fecondi di idee, che fanno a botte, prima di trovare un accordo stilistico non proprio intuitivo. Orange Combutta è uno di questi progetti, nato dall'estro di Giovanni Minguzzi e Mattia Dallara, arricchito da un gran numero di compagni di viaggio speciali. Gente che con la musica gioca e sa giocare, con una gioia inedita di questi tempi, con il candore diffuso di chi è dotato di una tecnica sopraffina, e può permettersi di rischiare in ogni momento.

Il secondo disco di Orange Combutta, Oka.pi, inizia facendoci credere che anche noi in Italia abbiamo una creatura dalle fattezze eteree del Damon Albarn solista. I primi due brani, The Actor e Tamer, sono cantati da Nic T, che porta la sua voce sghemba prima su un tessuto ritmico trip-hop, e poi su un tappeto che fa dell'assenza di percussioni la sua forza. Sono due brani splendidi, dove il cantautore vicentino dà lezioni di eleganza e stile puro, mentre intorno a lui volano i piatti, ma quelli delle bambole, e una strana magia musicale prende vita.

Oka.pi è una foresta di piccoli suoni che si sommano tra loro e vanno a creare una vera e propria selva, complicata da districare, dove il gioco la fa da padrone, e l'orientamento si perde in un batter d'occhio. L'ordine delle tracce è volutamente confusionario, i titoli rimandano a una geografia impossibile da ricostruire, perché è come se tutto potesse accadere, ogni direzione non va rifiutata quando il caos cerca di regnare.

E così ecco i fischi sognanti del theremin di Vincenzo Vasi che accompagnano l'andamento goffo di Fantasmi, una traccia che prende la library music italiana e la porta in una dimensione molto più astratta; ed ecco ancora Cartone, e la sua struttura del tutto coerente con la scena nu-jazz contemporanea, che vede gli Studio Murena come capofila, ma anche l'art pop pacato che in Lion Face si accompagna alla voce di Francesca Amati, già membro dei Comaneci. 

 Il secondo disco degli Orange Combutta ha la forma dell'animale che gli dà il titolo, l'okapi, una sorta di ibrido tra una zebra e una giraffa. Una bestia che sembra creata in laboratorio, come le unioni manieriste e naif di Minguzzi e Dallara. Ma non c'è nulla di calcolato freddamente, solo una serie di impulsi che dal trip-hop accompagnano su riff di piano elettrico, silenzi e voci di una foresta tutta da scoprire.

 

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La recensione Oka.pi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-06-13 01:15:00

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