Hora PrimaHORA PRIMA2025 - Rock, Progressive

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Progressive rock di eterogenea fattura, dove il sound del passato si fonde con una narrazione proiettata verso un futuro (non troppo) lontano

Hora Prima è il nuovo album dell'omonimo progetto musicale nato a Bari sul finire degli anni '10 dall'incontro tra Francesco Bux (batteria, synth e voce) e di Domenico De Zio (chitarra) a cui si sono aggiunti in poco tempo Roberto Gomes (tastiere e voce) Roberto Di Lernia (basso e voce) e Andrea Catalano (voce).

Prodotto dall'etichetta vigevanese Ma.ra.cash Records, l'album si compone di sette tracce nelle quali il gruppo pugliese esplora le tantissime nuance presenti in quel variegato e complesso genere che risponde al nome di "progressive rock", tanto nella sua declinazione britannica quanto in quella italiana: dalle brevi, dense e continue variazioni strumentali à la Gentle Giant (Uomo Ancestrale) alle contaminazioni decostruite degli Area (Intelligenza Artificiale), passando per l'epica e cavalleresca teatralità simil-Genesis (Diari dalla quarta dimensione e Le Roi Soleil) e la stralunata cosmicità velata di elettronica di Jean-Michel Jarré (Deus Ex Machina). 

Un mosaico policromo di stili e influenze che, oltre a dimostrare la camaleontica natura musicale del gruppo barese, mette in evidenza l'innegabile talento tecnico dei suoi membri. Giusto per dare un pratico esempio uditivo, basta ascoltare i supersonici fraseggi di palm muting sparati dalla chitarra di Domenico De Zio nell'introduzione di Le Roi Soleil, che a tratti ricordano quelli sfoderati da un mostro della sei corde come Nuno Bettencourt.  

Un sound raffinatamente sfaccettato, su cui la voce androgina di Andrea Catalano decanta frammenti di strofe criptiche e rarefatte che, in antitesi al tappeto sonoro squisitamente vintage che li accompagna, esplorano una tematica attualissima: il rapporto sempre più complesso tra uomo e tecnologia e i pericoli che circondano la progressiva sostituzione del pensiero umano con l'Intelligenza Artificiale.

Un orizzonte degli eventi che la band, pur scrutandolo con una certa dose di inquietudine, crede possa essere evitato (ri)mettendo al centro l'individuo e la sua originaria connessione con l'arte nelle sue radici più ancestrali, legate a filo doppio con natura e spiritualità. 

L'ultimo LP degli Hora Prima è un lavoro decisamente ambizioso, che tenta di fondere sonorità radicate nel passato con un sguardo critico verso quello che ci attende nel prossimo futuro. Un disco che, proprio nella sua eterogeneità, riesce a trovare il proprio equilibrio interiore. Un'ultima, piccola osservazione, in vista dei prossimi lavori: anche dopo molteplici ascolti, i due brani cantati in un inglese, diciamocelo, non del tutto impeccabile (Delirium Ominbus e Le Roi Soleil) azzoppano parzialmente il flusso narrativo del disco. Molto meglio le tracce in italiano, dove gli Hora Prima esprimono con maggiore naturalezza e forza comunicativa il proprio messaggio musicale. 

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La recensione HORA PRIMA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-07-24 14:35:18

COMMENTI (2)

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  • luca.barenghi5 ore faRispondi

    @robass497 Hai assolutamente ragione, mi era sfuggito questo dettaglio e ti ringrazio per avermelo fatto notare. Anche chi recensisce un disco, alla fine, è umano e può commettere qualche svista.

  • robass4975 ore faRispondi

    Le Roi Soleil è una cover dei New Trolls, presente nel concerto grosso n°2.