Sei canzoni che hanno dentro viaggi e paesaggi, per una parte due che arriva intatta nella sua forza d'introspezione e, al tempo stesso, apertura verso l'esterno
Eredità culturale aperta al viaggio e alle contaminazioni sono alla base del progetto artistico di Lev Tramana, che alimenta il suo lascito discografico pubblicando, in forma indipendente agli inizi di settembre, "Ravensara Part Two", prosecuzione della prima parte omonima.
Sei canzoni, altrettante sfaccettature di un registro espressivo che si configura come lettera che trascende, e non viene rivolta semplicemente a una persona. Sia nelle forme più immediate da tre minuti e poco più, quanto nelle attestazioni più espanse che giungono a toccare i sei minuti, il rock dell'artista di stanza a Padova mette in mostra le proprie venature blues e folk, attestazione di una vera e propria attitudine, qualcosa di molto di più che semplici scelte di stile. Lev Tramana, in tale ottica, disegna paesaggi desertici e suggestioni da attraversare a lento passo, per godere di un percorso tanto introspettivo quanto panoramico che riesce a restituire tutta l'intensità di queste canzoni che non vengono studiate a tavolino, ma sono vero e proprio prodotto di un percorso personale, a tratti sofferto ma in ogni evenienza taumaturgico.
Dopo la parte uno e la parte due, sarà interessante nutrire fiducia per assistere agli ulteriori sviluppi di "Ravensara". Qui i contenuti non mancano, e anche il modo di dire le cose permette un posizionamento sulla geografia degli emergenti nostrani.
C'è solo da attendere le prossime release.
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La recensione Ravensara Part Two di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-09-05 00:00:00
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