Il tempo sospeso del nuovo rock d'autore italiano.
«Ho ancora un po’ di tempo per decidere». È questa la frase che, come un pendolo ipnotico, attraversa e scolpisce “NON MUORI MAI”, nuovo capitolo di Kalpa, giovane cantautore triestino. Un mantra che non si limita a scandire il brano, ma si trasforma in dichiarazione esistenziale: la ricerca di un varco tra la frenesia del presente e il desiderio di sospensione, tra il rumore del mondo e la possibilità di restare.
Il pezzo vive di una tensione costante. Le chitarre, ruvide e martellanti, evocano la furia nervosa del garage rock dei primi anni Duemila, echeggiando i The Strokes e la spigolosità dei Yeah Yeah Yeahs, ma non si fermano a una citazione nostalgica. La produzione spinge oltre: i paesaggi sonori si aprono a inserti orchestrali e a una sottile trama elettronica, che rimanda tanto all’eleganza dei Radiohead di “Kid A” quanto a certe derive più cinematiche dei Verdena. Un equilibrio instabile ma affascinante, dove il battito sintetico si innesta sulla materia viscerale delle corde, generando una scrittura sonora che vibra di stratificazioni.
La voce di Kalpa si muove con naturalezza dentro questa architettura contrastante, diventando strumento ulteriore di un conflitto interiore che non cerca soluzione ma presenza. L’impressione è quella di un artista in piena fase di crescita, capace di mescolare l’urgenza rock con un respiro più ampio, quasi orchestrale, senza paura di sporcarsi né di osare.
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La recensione NON MUORI MAI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-09-19 00:00:00
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