Debutto potente e già maturo, che si muove con audacia attraverso i confini del prog, della psichedelia e dello stoner rock.
Otto brani che respirano insieme, si inseguono, si dissolvono e si ricompongono. Echoes Of Life non racconta soltanto la natura, ma ne assume il respiro, la ciclicità, la furia e la quiete. L’esordio dei milanesi Glimmer Void è un viaggio ipnotico in bilico tra il peso della materia e la leggerezza dell’aria, dove l’alternative rock incontra il prog e lo stoner in un intreccio di visioni e dinamiche mai scontate.
L’apertura con “Siren’s Call” è pura evocazione: chitarre liquide e un incedere sospeso che rimanda ai Pink Floyd più visionari, quelli di "Alan’s Psychedelic Breakfast" ma anche quelli di "Welcome to the Machine". Da lì in poi il terreno si fa più denso: “The Lighthouse”, “Wolf Eats Wolf” e “Stained With Red” scavano nella materia viva del sound, alternando tensione e rilascio, groove e abbandono, con una scrittura che guarda dritta alla triade maynardiana di Tool, A Perfect Circle, Puscifer, senza mai ridursi a mera imitazione.
Le voci di Veronica Zanchi e Matteo Marchetti si rincorrono come due correnti opposte dello stesso fiume: la prima eterea e magnetica, il secondo viscerale e terreno. Si completano, si fondono, aprono e chiudono il cerchio di un album che vive del suo moto perpetuo, come se non esistesse davvero un inizio o una fine.
Il disco continua a muoversi tra le ombre del prog e la polvere dello stoner: emergono riverberi di Elder, Queens of the Stone Age e Porcupine Tree, ma sempre filtrati attraverso una visione personale, lucida e cinematica. Ogni brano sembra costruito per farsi esperienza sensoriale, più che semplice ascolto.
Echoes Of Life è un debutto maturo, ambizioso e pienamente consapevole del proprio suono. Un disco che non cerca l’impatto immediato, ma scava in profondità, lasciando che siano le vibrazioni a parlare.
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La recensione Echoes Of Life di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-10-18 08:35:00
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