Sette tracce, sette porte, sette enigmi da ascoltare
Ho ascoltato questo A Room Full of Doors con in testa, negli occhi e anche sui polpastrelli le emozioni provate nel giocare Blue Prince, forse una delle robe migliori di questo dannato 2025. Ma andiamo con ordine.
L'album in questione è un viaggio in un rabbit hole fichissimo, fatto di psichedelia, rock lisergico e qualità musicale donata a pacchi dal progetto nato a Napoli nel 2015 — guarda caso, un altro anno dorato nella storia del gaming. Tuttavia, se avete giocato Blue Prince già sapete dove voglio andare a parare; per tutti gli altri farò il bravino e ve lo spiego.
Esattamente come in pezzi quali Laser Game o La tavola di smeraldo, Blue Prince è una matrioska di enigmi, in cui andiamo avanti “risolvendo le stanze” e “trovando le chiavi per aprire le porte che aprono ad altre stanze contenenti porte che si aprono con nuove chiavi che ci fanno entrare in nuove stanze”, e così via.
Ecco, ora avete capito tutto, no? Lasciatevi trascinare dentro questo enigma musicale che è A Room Full of Doors. Prendetevi del tempo, magari fatevi un caffè o mettete a bollire una tisana — non importa.
Ma regalatevi un po' della vostra giornata per ascoltare un disco densissimo, pieno di cose belle, di passaggi improvvisi, che parte forte e si conclude in maniera grandiosa, con giusto uno o due passaggi a vuoto nel mezzo.
Ma hey, non c’è rosa senza spine, non c’è gioco senza bug e non c’è caffè senza un po’ di fondi, no?
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La recensione A Room Full of Doors di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-12-09 00:00:00

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