Flowers for BoysSe questo è crescere2025 - Rock, Alternativo

Se questo è crescereprecedente

Un debutto potente e consapevole che racconta, tra distorsioni e introspezione, il difficile mestiere che è diventare grandi

A volte, diciamocelo, è proprio bello imbattersi in un disco capace di riflettere perfettamente le intenzioni del suo autore. Un album che mostra il proprio "concept" in modo limpido, senza costringerti a scervellarti per trovare significati nascosti come in un "Dov’è Wally?" musicale. Ed è proprio la chiarezza d’intenti il motore che traina dal primo all'ultimo secondo Se questo è crescere, il disco d’esordio dei Flowers for Boys.

Pubblicato dall’indipendente Mosho Dischi e distribuito da Artist First, il primo album del quartetto barese si articola come un lavoro diviso in due parti opposte ma complementari, riflesso di una frattura che si percepisce tanto sul piano sonoro quanto su quello lirico. La musica, seguendo pedissequamente il cambiamento di prospettiva che la band imprime al racconto, accompagna l’ascoltatore in un viaggio diviso tra rabbia e fragilità.

Nella sua prima metà, Se questo è crescere sforna infatti un poker di brani ruvidi e materici, sospinti da riff mordenti, bassi profondi e batterie incalzanti. Un suono viscerale che richiama l’alternative rock dei primi Ministri, ma che, grazie a una leggera patina elettronica, avvicina il disco d'esordio dei Flowers for Boys al sound sfoderato da band più recenti della scena indipendente nostrana come i (bravissimi) Atlante.

Superata la quarta traccia, le nuance si ammorbidiscono. Il suono, pur restando indubbiamente energico, si fa più melodico e introspettivo. Le chitarre, prima granitiche, si aprono a momenti più intimi e malinconici, sospinti da arpeggi che guardano all’emo e al post-rock dei Fine Before You Came e dei Gomma. 

Un cambio di pelle riflesso anche sul piano dei testi, che mettono al centro il difficile passaggio di vita dall’adolescenza all’età adulta. Un viaggio, costellato di errori, cadute e scelte necessarie, che anche in questo caso la band pugliese scinde in due momenti distinti, proprio come i lati del disco. Se la prima sezione è dominata dal furore, fragilità e incoscienza dei vent’anni (Quello che mi pare e Va bene così), nella seconda si fa strada un tono più introspettivo e meditato, specchio della presa di coscienza del fatto che il mondo "adulto" è assai diverso dall’idea che facciamo di esso da giovani(Come stai, Polaroid, Dalla stessa parte del vento).

Nei brani la band racconta infatti relazioni con persone più mature, amicizie che si dissolvono, prime delusioni e nuove consapevolezze, cristallizzando quei momenti catartici in cui si inizia davvero a fare i conti con la vita, ridimensionando il proprio posto nel mondo.

A conti fatti, Se questo è crescere è un album talmente coerente a sé stesso da rasentare l’abiura di sé. Un lavoro in cui musica e parole camminano perfettamente allineate, raccontando con semplicità e schiettezza quanto sia complesso diventare grandi. Un debutto al fulmicotone, che impone i Flowers for Boys come una delle realtà decisamente all’interno di quella fittissima selva che risponde al nome di "scena rock indipendente italiana".

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La recensione Se questo è crescere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-10 12:04:29

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