Brano new wave che guarda all'estetica noir e post punk anni '80.
Con Into The Blue, il progetto solista Un Chien Andalu di Guido Bertoli torna a immergersi in quelle ombre sonore dove la new wave trova ancora oggi linfa e mistero. Il nome stesso del progetto (omaggio all’omonimo film surrealista di Buñuel e Dalí) non è casuale: come quel cortometraggio visionario e disturbante, anche la musica di Bertoli vive di simboli, suggestioni e fratture interiori, muovendosi su un confine sottile tra reale e allucinato.
Il brano, intriso di sfumature noir, procede come un lento movimento cinematografico, dove ogni nota sembra filtrata da una luce azzurra e distante, quasi la rifrazione di un sogno lucido. Le influenze della new wave anni ’80 sono evidenti e dichiarate, ma non si riducono a semplice citazione: Bertoli ne rielabora il linguaggio, rinfrescandone la malinconia e la tensione emotiva. L’ascoltatore riconosce echi dei Bauhaus, così come l’eleganza alienata dei Chrisma, sospesa tra elettronica minimale e inquietudine urbana.
Into The Blue non è un brano “eccezionale” in senso tecnico o innovativo, ma possiede una coerenza estetica rara, un senso di unità tra suono e visione che lo rende credibile e magnetico.
Bertoli dimostra di conoscere a fondo la tradizione che evoca, ma soprattutto di saperla abitare con voce propria. Into The Blue è un piccolo noir sonoro che scivola sotto pelle, una passeggiata solitaria nella notte, sedotti dall'oscurità.
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La recensione Into the blue di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-07 08:25:00

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