La vulnerabilità maschile di fronte alla fine di una storia d'amore è la protagonista di una ballad che fa male
Spesso le persone davvero buone, quando vengono lasciate, sono le prime a caricarsi addosso il peso della colpa. Eppure, nella maggior parte dei casi, la responsabilità non è la loro, ma di chi ha scelto di sostituirle con qualcun altro. Ed è proprio il paradosso secondo cui chi vale di più finisce per sentirsi meno, mentre chi se ne va non si guarda mai indietro, la pietra d'angolo su cui poggia ultrà, il nuovo singolo di Mafuel nom de plume dietro cui si cela il cantante riminese Samuel Fusillo.
Prodotto da Metatron Group e Kiwi Dischi su distribuzione Universal Music Italy, l'ultimo pezzo dell'artista romagnolo classe 2002 è una dolente pop ballad contemporanea, in grado di innestare su atmosfere intime ed emotive una serie di opalescenze prese in prestito dalla musica urban e dall'elettronica, grazie alla pacifica convivenza di synth, sequencer MIDI e pattern ritmici di 808.
Una strumentale, plasmata dalle mani del producer Massimiliano Giorgetti, su cui Mafuel racconta con la sua voce a tratti pulita e a tratti sepolta sotto strati di vocoder, la fine di una relazione dal punto di vista di chi viene lasciato. Questo senso di confusione e rammarico, amplificato dalla mancanza di una risposta certa del perché sia tutto finito, viene vissuto dal protagonista del pezzo sullo sfondo di una Rimini invernale e malinconica, fatta di bar mediocri, appartamenti di studenti fuori sede e spiagge deserte.
Mi manca scambiarci vestiti e titoli di film
Che odio guardare come tu odiavi quel posto
Ci sei andato, lui tutto un po’ scazzato
Ricordati con me non sarebbe mai successo
Canta Mafuel nel suo ultimo singolo. Nonostante all’apparenza possa sembrare una comune ballata pop, Fusillo ci regala con ultrà un pezzo in cui mostra senza filtri che anche nelle relazioni tra uomini — troppo spesso liquidate come "frivole" o prive di profondità — si possa soffrire, e non poco.
Un brano capace di trasformare l’introspezione in uno spazio aperto alla collettiva sensibilità, ricordandoci che, quando siamo noi a essere lasciati, l’unica strada possibile è accogliere ciò che proviamo e andare avanti, con rispetto e maturità. Anche se fa maledettamente male.
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La recensione ultrà di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-15 16:15:30

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