Tra indie pop e malinconie alcoliche, un ritratto confuso e sincero della giovinezza (non solo) torinese
Anche se a volte sembra la via più facile, cercare le risposte ai propri dubbi sul fondo di un bicchiere non è la scelta più corretta di questo mondo. Va bene divertirsi e spaccarsi di drink in compagnia, ma i problemi è sempre meglio risolverli da lucidi. Lo sanno bene gli Invernice, che in Santa Giulia parlano proprio di quelle serate senza né capo né coda, dove le uniche questioni che si risolvono davvero sono quelle su chi deve aprire il portafogli per il giro successivo.
A poco più di un mese di distanza da Kundera, il quartetto torinese torna con un pezzo che ha come protagonista l’omonima piazza della loro città, "luogo di gin tonic, notti universitarie e fughe dai pensieri". Santa Giulia si aggira infatti con fare stralunato tra le vie del capoluogo piemontese, barcollando tra strumming argentini di chitarra acustica e fugaci incursioni di organo dal retrogusto prog rock.
Una sbronza indie pop, su cui Luca Martini, frontman della band, canta con voce malinconicamente scazzata la spensierata confusione dei vent’anni, fatta di ore piccole, chiacchiere infinite e drink nemici del fegato ma amici del portafoglio.
La vita è come un gin tonic
In Santa Giulia
Fa schifo ma lo butto giù
Ma quanto è bello spaccarsi
Cantano gli Invernice nel loro ultimo singolo. Santa Giulia è un pezzo che adora giocare tra tedio e scanzonatezza, trovando la propria chiave di volta nel felice accostamento tra questi due mood.
Un ascolto tutto sommato piacevole, che oltre a confermare le buone impressioni che già avevamo espresso verso di loro in occasione del singolo precedente, stuzzica ulteriormente la nostra curiosità verso il primo EP degli Invernice, previsto per il 2026. Vi teniamo d’occhio, con le orecchie belle drizzate, ragazzi.
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La recensione Santa Giulia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-12-02 22:44:28
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