AKA5HARifiorirai2025 - Cantautoriale, Elettronica

Disco della settimanaRifioriraiprecedente

Il secondo disco di Aka5a è una raccolta di brani sotterranei, che descrivono processi biologici e naturali fondendo dolcezza compositiva e violenza di arrangiamento

Mettere la testa sotto la terra, per sentire il flusso dei sotterranei, per lasciar rimbombare i pensieri in modo diverso, potrebbe essere una cosa utile da fare alle volte. Si riuscirebbe a percepire un suono profondo, alternativo, a cui dare un volto musicale non appena se ne sente il bisogno. Tra gli impulsi elettronici delle sinapsi che fanno rumore, e la dolcezza sonora di ogni piccola sofferenza. Dare una nota a tutte le direzioni sentite. Perché spesso la musica è fatta di direzioni, anche impercettibili. E Aka5a deve averlo capito bene, in questi ultimi anni, mentre lavorava al suo secondo disco, Rifiorirai.

Un verbo al futuro, che parla di un atto biologico, di processi organici e armonici, per un disco che organico e armonico non vuole essere, nonostante l'apparente corolla soffusa e delicata. Dentro la scrittura di Aka5a ci sono due correnti ben precise, che giocano a cozzare tra di loro: l'impulso del cantautore contemporaneo, che strizza l'occhio all'urban e alle tendenze del pop italiano contemporaneo, e quello - altrettanto forte - dell'amante del rumore, della distorsione creativa, che suona perfetta per il suo collocamento discografico, nella Tanca, al fianco del re sardo dei rumori, IOSONOUNCANE.

E così, come in un incanto terroso e poco convenzionale, comincia tutto con qualche pennata dimessa di chitarra acustica, come nelle più canoniche delle ballad prodotte dalla genZ musicale. Ma poi in modo graduale i brani prendono le sembianze di agenti atmosferici, vengono storpiati, grattati, da una gamma di suoni sempre più violenti e concreti, frutto di una ricerca sensazionale, il vero talento sempre meno nascosto di Aka5a.

Ogni traccia di Rifiorirai costituisce un capitolo, pregno di significato, dentro una marea di simboli sonori e parti testuali molto curate. Risulta particolarmente interessante la struttura di ivi, che procede incessante come una fioritura rumorosa, accompagnata da ripetizioni di riff di fiati, mentre la voce di Aka5a dipinge versi che dialogano con una persona che si è fatta elemento del paesaggio, tracciando un lento percorso di liberazione. E ancora il finale del disco, affidato a Rondine, brano ancora una volta pieno di dettagli da scoprire, che termina con una chiusa assordante, da tapparsi le orecchie, a confermare ancora una volta la fuga da ogni canone da parte di questo artista sorprendente.

Rifiorirai è un disco stranamente bello, che si accorda perfettamente alla stagione corrente, in parte fredda, in parte inospitale. Si tratta di una traduzione in musica del bisogno di tremore positivo, senza mezzi termini e senza finzioni. In questo la voce di Aka5a è strumento principe, perché sembra la voce di un ragazzino, piccola emissione, a tratti debole, che non si camuffa da altro da sé, ma fluisce in modo sincero per arrivare dritta al cuore.

E a conferma del fatto che i progetti belli sono sempre trasversali, ad accompagnare il disco troviamo un cortometraggio, Talea, diretto da Simone Peluso, un gioiello socio-bio-realista sull'amore tra una giovane macellaia e un alberello cresciuto in una rotonda di provincia. Sta tutto nella metamorfosi, sonora e visiva, sta tutto nel lasciar andare - non senza dolore - delle parti di sé, per rifiorire nuovamente. Aka5a è definitivamente sbocciato.

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La recensione Rifiorirai di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-07 01:55:00

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