Una sintesi di punk & pop accoglie l’ascolto in questo primo omonimo dei Neutrons, band romana che a mio avviso non mancherà di farsi largo nel giovane pogo degli anni duemila. Accelerazioni, aggressioni melodiche e stop&go continui segnano il quadro di un album sicuramente riuscito, forse più di quanto lo stesso genere stramasticato dai suoi giovani ruminanti possa far aspettare. L’ombra dei Finley incombe minacciosa ma sprazzi di una certa cultura punk alla base si sentono chiari e lasciano ottime prerogative. Le voci femminili ricordano le Devotchkas, santissime numi che cospargerei a vita di rosari e cocktail alla fragola. E nonostante alcune cadute di stile fin troppo prevedibili, una medaglia buona sicuramente c’è: ottime strutture ritmiche e musicalità fresche. Si sforzano di far bene e meritano tanto. L’unica pecca è di non affidarsi alla lingua nostrana. Capisco le difficoltà o le tentazioni esterofile, ma pensate che bello trovare finalmente gli eredi dei Prozac+.
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La recensione Neutrons di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-09-11 00:00:00
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