Marydolls
Liquirizia-Brain 2008 - Rock, Grunge

Liquirizia-Brain

Parte il primo pezzo, avrò sbagliato cd? Sembrano i Verdena. Con quella rincorsa vocale verso l’alto, quelle schitarrate a più riprese, dopo una pausa, un respiro. Un bridge che ti si appiccica all’orecchio. Ora, se volete lo chiamiamo nu grunge. O post grunge. Dentro all’esordio dei bresciani Marydolls ci sono – ovviamente – i Nirvana. Un po’ di punk ‘n’ roll, tendente allo ska core; un pizzico di Linea 77, di crossover propriamente detto. E anche qualche punta melodica venata di metallo, mai troppo pesante o fastidioso. Un pezzo come “Svaghi di massa” può far pensare ai Tre Allegri Ragazzi Morti, senza le maschere però. Senza fumetti, senza quell’allegra malinconia. C’è anche una cover di “My Sharona” in stile Seattle anni ’90: una canzone che hanno rifatto praticamente tutti, Nirvana in primis. Ma questa è sporca, felicemente grezza, a tratti anche ironica.

Testi in italiano azzeccati, in sinergia con un impianto rockettaro aggressivo quanto basta. Che provano a parlare anche d’altro: di ambiente, di consumi, di canzoni intelligenti che non arrivano. Una si chiama addirittura “Muezzin”. Se in certi punti continuano a sembrare i Verdena, e di sicuro il genere non è sconosciuto a nessuno, le bambole-di-maria danno una buona prova di energia, con il loro cervello-di-liquirizia. Non avranno staccato ancora il poster di Kurt, non avranno la lode per l’originalità, ma possiamo dire che ci piacciono, almeno un po’.

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