Questo primo ep degli Osaka Fire Dragster si costruisce sopra uno splendido tappeto hardcore, una solidissima e compatta rete metallica dove sfuriate di batteria ed incursioni di chitarra creano un impianto musicalmente impeccabile, ruvido e sudato, il risultato di un lavoro che indubbiamente mette in mostra qualità tecnicamente notevoli da parte della band.
Tuttavia quello che si realizza sopra gli ottimi spunti hardcore è uno strato melodico che, seppur a tratti dirompente per modo di porsi, lascia alla lunga un senso di scontato malessere che non ti tange, per poca profondità e per poco impegno a proporsi in contenuti nuovi.
Quello che alla fine rimane è infatti un patinato senso di disagio adolescenziale affrontato con la solita formula emo del lamento del bambino sconfitto. Volevo essere, potevo essere, ma non lo sono stato. Testi che sono una continua sfrenata ricerca di identità nonostante i cinque milanesi abbiano ormai l'età di 27 anni. E allora per chi suoni? Per chi canti?
Momenti pesanti coordinati ad una giusta carica testuale ("Ottimo") si alternano ad altri che, nonostante la cazzutaggine e la sfrontatezza stilistica, cadono in intoppi melodici e contenuti melanconici che fanno perdere all'ep la grazia che inizialmente ti aveva colpito.
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La recensione Osaka Fire Dragster di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-08-27 00:00:00
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