Enri Live at Teatro Petrella 2008 - Lounge, R&B

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C'è una sottile linea rossa che parte dal revival di lounge, cocktail ed exotica di qualche anno fa, passa per la strepitosa minor hit del tedesco Frank Popp "Hip Teens Don't Wear Blue Jeans" ed arriva al revival dell'r'n'b anni 60 di Amy Winehouse, Duffy e del loro pallido clone nostrano Giusy Ferreri (un briciolo di consapevolezza? Magari). Enri è in grado di percorrerla tutta, e lo dimostra in questo "Live at Teatro Petrella", registrato il 7 dicembre 2008 in quel di Longiano, Forlì/Cesena (e come poteva essere altrimenti? La patria del movimento lounge italiano…), in doppia versione cd/dvd. Questo secondo lavoro (il primo era "Music Performed", 2005) permette a Enri di riunire in un corpo unico tracce sparse in miriadi di compilations e di dar sfoggio della propria stupefacente abilità strumentale. Nonché della propria vena compositiva: tutte qualità che quell'eccentrico di Mike Patton deve aver notato, visto che si porta Enri in giro per il mondo con il suo progetto Mondo Cane. Compositivamente, Enri si dimostra l'anello mancante tra virtuosi bianchi dell'Hammond come Brian Auger e Al Kooper (sentitevi la splendida "Jazz is Dying"), Maestri dell'italian jazz lounge come Piero Piccioni (evidente la sua influenza in "Italian Suite") o di quel fecondo incrocio tra r'n'b e prog riversato nelle colonne sonore dei poliziotteschi all'italiana come Luis Bacalov ("Aria" dice tutto), e geni black come James Brown e Ray Charles, di cui è palese l'influenza in brani come "Old Enough". Così si chiude il cerchio: nonostante batta l'Europa con Patton e fiocchino le sponsorizzazioni (la grintosa "Splinterman" è stata scelta per lo spot Negroni), a Enri non dovrebbe dispiacere azzeccare un tormentone in Italia: "Old Enough", più che per la sua voce, discreta ma non eccezionale, sarebbe perfetta per quella di Giusy Ferreri, brava interprete, a cui il tastierista romagnolo donerebbe, oltre a un brano di grande appeal, un po' di spessore artistico. Ma in fondo, perché limitarsi? Con i contatti giusti, Enri non sfigurerebbe tra gli autori di Winehouse o Duffy. I limiti? Oltre alla voce, di cui ho detto prima, pare chiaro che la dimensione migliore per Enri è quella del singolo: dopo la mezzora, cd e dvd rimangono gradevoli, ma l'attenzione scema e la musica diventa solo un piacevole sottofondo.

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La recensione Live at Teatro Petrella di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-12-04 00:00:00

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