Mulu Garage Bleu 2008 - Pop, Elettronica

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Beat minimali, chitarre aspre che lanciano scaglie rumorose, l'intreccio di due incantevoli voci che intonano liriche in francese, aprono questo affascinante ed elegante progetto dal nome Mulu, un duo femminile di casa Wallace alle prese con elettronica sperimentale calda, ipnotica e sensuale. Un inizio esaltante che procede nei groove intriganti di "Melonhead": intensi e ossessivi, squarciati dolcemente dalle carezze vocali di due curiose e audaci fatine. Un innesto di voci che amano giocare tra di loro, mescolandosi, travolgendosi e rimbalzando da una parte a l'altra. C'è spazio anche per atmosfere più dreamy, come nella suggestiva e bellissima "Lavinia's boat". Un pianoforte segue gli schizzi di campionamenti raffinati in "Stanza 15". Più oscura, erotica e inserita in atmosfere dub trafitte da scariche noise è "Opale"; beat più massicci, che potrebbe produrre furiosamente Bjork, stendono il tappeto a schitarrate violente in "Macbeth witches", più soffici in "Happiness". Due eclettiche voci, in inglese, sussurrano, recitano, trillano, incalzano, provocano, ammaliano; strumenti diversi costruiscono melodie suadenti, vellutate e leggermente pop, battiti magici alternati a perverse sperimentazioni. Una ballata noir degna di una deriva emotronica dei Black heart procession in "Stanza 1" e gli sconvolgimenti di loop allucinanti in "53 hands" chiudono il disco. Con la supervisione artistica di Xabier Iriondo che suona in tre pezzi. E nomi che compaiono in testa per poi scomparire: Cocorosie, Radiohead, Lamb, Broadcast, Portishead. Perché un'identità c'è. Chiara, forte. E un futuro davanti anche.

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La recensione Garage Bleu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-27 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • hellzapop 15 anni fa Rispondi

    molto interessanti!