Con un nome così. Quello che ci si aspetta è annegare nella dolcezza di una quiete miracolosa travolti da bagnate attenzioni farsi dare fuoco e spezzare il respiro e che se davvero Amore c’è, allora sia “perdutamente” altrimenti nulla. Il silenzio che distrugge. Implacabile. Amorlove, amore detto due volte. Per evitare confusione. “Voglio amore soltanto amore” cantano i La Crus. Gli Amorlove si mettono sulla stessa scia ma rimangono indietro di parecchie lunghezze. Già, perché nonostante un nome che è un manifesto d’intenti e un titolo che sembra una (brutta) poesia di Prevert “Parole errabonde al di qua e al di là dell’amore”, il cuore rimane al balcone a guardare. E aspettare che questi 4 ragazzi veronesi riescano a farlo battere. Anche poco basterebbe a sentire un po’ meno freddo.
Una ventina di minuti, 4 canzoni. Suonate con malinconica partecipazione e tecnica sommessa. Tutto sommato senza una sbavatura, ben confezionate, moderatamente pretenziose. Come già detto siamo dietro la curva del cuore dei La Crus o dell’Elliot Smith più paranoico e distratto. Nessuno dei 4 episodi merita particolare menzione se non qualche passaggio di Come una tortura
Una ventina di minuti, 4 canzoni. Nulla accade.
E allora chiudere le finestre e infilarsi sotto 3 strati di coperte. Che questo inverno è il più gelido del secolo.
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