Biografia Stash Raiders

Quattro sognatori, quattro musicisti, viaggiatori spazio-temporali nonché retrogamer d’annata: The Stash Raiders pubblicano il loro nuovo album “Saving Pandora”.
L’uscita ufficiale è fissata per il 20 gennaio 2020 per Hopeful Monsters Records con il supporto di Indigena Booking.
La missione principale degli Stash Raiders?
Provare sempre e comunque a salvare Pandora, la loro navicella spaziale (un po’ furgoncino reduce da tour inenarrabili, un po’ razzo fricchettone) riportandola sana e salva, seppur sgangherata, sul Pianeta Terra.
Nel loro immaginario tipicamente sci-fi, infatti, Pandora, come se fosse una sorta di TARDIS, possiede una sua unità emozionale contenente le informazioni evolutive di tutte le specie che popolano l’Universo: lasciarla nelle mani sbagliate provocherebbe una catastrofe intergalattica.

Sacha Tilotta alla voce e Farfisa è il capitano di questa crew di pirati spaziali formata da Danilo Rosa (batteria e cori), Davide Iannitti (EWI, chitarra, voce) e Davide Toscano (basso e cori) che a suon di funk, pop-punk, citazioni da nerd incalliti e psichedelia si addentra in territori inesplorati incontrando pericolosi nemici alieni per poi, spesso, scoprire fragilità del tutto umane. Il viaggio, infatti, si sofferma anche e soprattutto su tematiche reali e quotidiane nonostante l’ambientazione extraterrestre.

Se “Safari” parla di disagio mentale, “Human Jungle Circus” è una critica al modo in cui gli umani si muovono nel mondo delle arti. In “Alexander” si mette in scena un monologo immaginario di Alessandro Magno davanti al mare, poco prima di lanciarsi nella Campagna d’India, mentre di relazioni sociali organizzate in gruppi ristretti in cui bisogna uniformarsi ad un pensiero unico per non essere tagliati fuori si parla in “The Clan Song”. Tra accenni a storie d’amore (“Sorry”) c’è spazio per “Pirate’s Song” che si lancia in un excursus fanta-storico narrando di una battaglia con il pericoloso pirata ottomano Haireddin, realmente vissuto, e di come la storiaccia si complichi quando vengono messe in mezzo una partita a GWENT (le citazioni da nerd sono degli easter eggs in tutto il disco) e una bottiglia di cognac. Come nel migliore dei videogiochi anni ‘80 e ‘90 non manca una colonna sonora strumentale da “Boss Finale” in cui gli intrecci sonori si fanno ancora più esaltanti.

Totalmente registrato (in cinque giorni d’inverno, tra le campagne dell’Avolese) e lavorato in analogico su nastro da 1 pollice a 24 tracce da Sacha Tilotta e Davide Iannitti, il disco sarà disponibile solo su vinile durante i live e sullo store dell’etichetta Hopeful Monsters Records (https://stashraiders.bandcamp.com) e su download digitale e piattaforme streaming.

L’intero artwork è opera dell’artista Grozdana Tilotta.
Durante i loro spostamenti nell’iperspazio, gli Stash Raiders hanno condiviso palchi ed avventure con Shellac, June of ‘44, Black Heart Procession, Uzeda e tanti, tanti altri.

“Stash Raiders are sonic travellers and their psychedelia is a meta trip where categories and cataloguing vanish.” - Max Prestia

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L'articolo Biografia Stash Raiders di Stash Raiders è apparso su Rockit.it il 2020-01-14 22:07:44