Fresco e immediato
Sbrigativamente, una delle cose che si critica della musica italiana è il fatto che non sia pronta a competere con i palcoscenici internazionali. Dischi come quello dei Four Green Bottles dimostrano che questa mancanza è imputabile solamente a una cattiva gestione delle risorse che abbiamo, non alla qualità della musica stessa. “Step” è l'esordio della band veneta, 7 tracce che a ritrovarsele nelle classifiche americane non ci sarebbe niente di strano.
Un rock alternativo venato di emo, che si compiace di tutta la sua emozionalità, e non perde occasione per ribadirla, sia con le melodie che con gli arrangiamenti (senti a questo proposito l'efficacia del ritornello di “My home”). Lo dimostrano anche brani come “Wind”, che si destreggia tra una strofa più giocosa e un ritornello carico e melodico, “You live what you fell”, il momento più rock, apertissimo, o “Hands”, il pezzo quasi lento, in un trionfo di melodie, fioriture, sembra pronto per un patinatissimo video in heavy rotation su Mtv.
“Ora che” è l'unico brano in italiano, e mette in luce una contraddizione. Di suo non è un brano non riuscito, ma ovviamente mette in risalto che questo tipo di vocalità si sposa al meglio con la lingua inglese, e benché il brano non abbia assolutamente nulla di diverso timbricamente, ritmicamente, a livello di arrangiamento o di intenzione con il resto dell'album, sembra non riesca a sposarsi con l'idea globale del progetto artistico della band. In questo disco è sfuggente, in un disco totalmente in italiano probabilmente fiorirebbe come tutti gli altri brani.
A parte questo, l'immediatezza e la freschezza che si respira in questo “Step” lo eleva a disco di respiro internazionale, esportabile e godibile da un vastissimo pubblico.
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La recensione Step di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-29 08:00:00
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