Esordio folgorante, nel nome di tutto quello che è post nella musica da chitarroni di oggi. I kNauff sono puro istinto, puri starnuti
Da uno scantinato bolognese, forse, da una nube di rumore, da versi di cani che starnutiscono e magari si incazzano per questo, vengono fuori i kNauff, trio casinista emo-trascendente, ombroso e dal graffio facile, un'istintiva e inaspettatamente saggia unione di quello che funziona nel "post" della musica da chitarroni di oggi, ma con una dose di rabbia e scazzo personalissima.
sNeezing, disco d'esordio dei kNauff, è appunto una raccolta di starnuti amplificati, dagli esiti differenziati ma sempre irresistibili. Che esca muco o che si spacchino i capillari, che siano sonori, sguaiati o apparentemente contenuti ed educati, si tratta sempre di starnuti, scariche d'istinti involontari, otto momenti di caos imperante, che a più riprese mostrano grande affinità con attitudini britanniche e punk. L'inizio folgorante di swearing is useless ne è un esempio: tono da gentleman del pogo che sfocia immediatamente nello screamo.
La prima metà del disco scorre in questo modo, a suon di stecche sulle mani, belle forti a dire il vero. Si smorzano talvolta i distorsori, come nell'inizio di okay bob, now we're even, ma non si smorza mai la foga che i kNauff mettono in gioco, e in fondo alla stanza c'è sempre un buco da cui entra la sabbia, e le grida centratissime di Vincenzo Giugliano, anche chitarrista della band.
il caso verga, brano che vede l'uso dell'italiano in uno spoken word delirante e di difficile comprensione, che si chiude nominando Homer Simpson, dà inizio a una seconda parte nettamente più oscura e viscerale, dove a spiccare è eau noir, la vera perla di tutto il disco. Si tratta di una suite prima post-rock e poi post-punk, una vera acqua nera che apre alla perfezione la strada alla conclusione, affidata prima a tommy kane, ken loachiana e frenetica, e a b.a.t.s., la vera e definitiva discesa nell'oscurità più fertile.
sNeezing è un disco che procede a tappe, che svela pezzo dopo pezzo l'anima dei kNauff, arrivando all'apice del noise quando tutto sta per finire. Un disco dove nulla è dato per scontato, dove nonostante la foga esecutiva tutto sembra calibrato alla perfezione da tre menti punk che si muovono su sentieri addomesticati, martoriando gli strumenti e rendendo la sala prove una polveriera in cui si sta volentieri. I cani ritratti in copertina ci osservano, non si sa se minacciosi o solo abbaianti, basta stare attenti, in guardia!
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La recensione sNeezing di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-09-15 11:02:25
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