PUREATLAS2018 - Alternativo, Post-Rock, Pop rock

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“Atlas”, terzo disco dei romani Pure, proietta in un viaggio intergalattico che da un mondo ormai distrutto conduce verso nuovi scenari in cui tutto può ricominciare

Tornando ad utilizzare il simbolo del triangolo in copertina, come in “Through My Eyes”, il loro disco d’esordio del 2010, i Pure giungono al terzo lavoro con “Atlas” ribadendo le loro ispirazioni “astrali” ed oniriche, legate a simbologie e tematiche filo-esoteriche.

Sostenendo i loro messaggi con atmosfere post-rock e ballate elettroniche con arrangiamenti dallo sfumato retrogusto scandinavo, i Pure fanno della musica un luogo iniziatico dove costruire ipotetiche rivelazioni futuristiche e apocalittiche che non si limitano però a mostrare la fine; l’originalità della band romana, infatti, consiste proprio nel tentativo di illuminare le infinite possibilità di un nuovo inizio che ogni fine porta sempre con sé, proponendo un concept che si apre con l’angoscia di un cambiamento improvviso che si è costretti ad affrontare e si chiude con la speranza di un nuovo mondo da raggiungere, un luogo ancora sconosciuto ma dove tutto – anche se un nuovo “tutto” – può ricominciare.

Il percorso immaginato dai Pure non ha nulla di certo se non l’esigenza di dover compiere questo viaggio galattico che da un pianeta ormai distrutto possa condurci ad una nuova casa. È quindi un ciclo continuo e perpetuo, che non termina con la fine di una singola canzone o del disco intero, né con la fine delle nostre vite, ma che attraverso il potere dell’immaginazione e la forza evocatrice della musica si scolpisce su scenari ancora lontani ma tutt’altro che catastrofici, che verranno dopo la fine di ciò che conosciamo.

Quello che i Pure comunicano è che se l’eternità esiste davvero non è da intendere come qualcosa di invariato ed eterno nella forma e neanche nella sostanza, bensì essa è qualcosa in continua evoluzione che per continuare il proprio ciclo deve necessariamente mutare in continuazione. Noi umani e gli altri animali siamo tutt’altro che eterni, ma non è eterno neanche il nostro pianeta né il Sole che ci illumina, non sono eterne le stelle e non sono eterne le galassie. Forse ad essere eterna è la vita, ma intesa come metamorfosi continua di tutte le piccole e grandi forme di vita che ci sono state, che ci sono e che ci saranno al suo interno.  

Neanche la musica è eterna, ma può comunque proiettarci in questo viaggio stellare che conquisterà i sognatori ma che probabilmente non piacerà ai più cinici.

 

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La recensione ATLAS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-23 14:04:10

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