Un esordio ispirato e potete quello dei modenesi Smoking Fields con “Two Years Later”, che con la sua lunga gestazione ha permesso alla band di rifinire ogni dettaglio
I modenesi Smoking Fields picchiano duro e non lasciano dubbi sulla loro capacità di produrre musica solida, con i muri infuocati delle chitarre ardenti di Fabrizio “Bitto” Saraga, il corroborante basso di Matteo “Matte” Virga e la batteria precisissima e guerrigliera di Simone “Bocca” Piccinini. Su questa potente sezione strumentale si inseriscono poi le ringhiate corrosive e dirette della voce di Sergio “Gnagno” Piccinini, robuste e corpose sia nei registri bassi che in quelli alti.
Si presenta così “Two Years Later”, primo ep ufficiale della band, che procede altero e cadenzato ma altrettanto determinato e violento, assestando sonori colpi nello stomaco con le sue sei tracce di stoner-rock massiccio, che si rifanno spesso anche al grunge più oscuro e aggressivo, di matrice metal, di cui erano capaci soprattutto gli anni 90, dando vita ad una vigorosa fusione di Kyuss, Gruntruck, Fu Manchu e certi momenti dal retrogusto à la Melvins.
Un bel lavoro insomma questo “Two Years Later”, le cui canzoni permettono di scorgere scenari apocalittici all’interno dei “campi fumanti” cosparsi di macerie sgretolatesi al passaggio del carrarmato sonante degli Smoking Fields. Questi scenari apocalittici sono stati certamente costruiti con accuratezza durante la lunga gestazione del disco, tanto è vero che il titolo, “Two Years Later”, è dovuto proprio al tempo che è servito alla band (tra problemi tecnici e cura del dettaglio) per partorirlo: ben due anni.
Non ci si stupisce quindi di trovare suoni distorti ma mai sbavati, soluzioni di ritmi e riff magistrali e testi semplici ma ispirati. Se nei prossimi lavori la band inizierà ad azzardare anche momenti creativi più personali, nei suoni e nelle composizioni, la soddisfazione sarà completa.
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La recensione Two years later di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-28 20:35:40
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