Viboras Bleed 2019 - Rock, Punk, Punk rock

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I Viboras sono davvero tornati! “Bleed” ne è la conferma ufficiale con la sua potenza sonora liberatoria e la sua devastante carica d’andrenalina

La scorza punk dei Viboras diventa sempre più spessa e robusta disco dopo disco, nonostante quella pausa del 2010 che ci ha fatto temere il peggio. Invece già con “Eleven” la band lombarda era tornata più spaccaossa di prima e ora questo “Bleed”, che segue a ruota il suo predecessore pubblicato l’anno scorso, non fa che confermare lo splendido stato di salute della crew e del punk rock nostrano, visto che è anche ricco di featuring di tutto rispetto.

Sin dal brano d’apertura, che è anche la title track, insieme a Luca dei Crummy Stuff si getta benzina sui riff incandescenti che al primo tocco dell’incendiaria voce di Irene prendono fuoco – e in California si stanno ancora chiedendo come fa l’Italia dei vari pizza-spaghetti-mandolino ad avere tra le proprie fila una band di questa caratura, che avrebbero voluto tutta per loro.

Nell’intro di “I can too” (brano in cui troviamo anche Fabio “Boogie” Gallo dei Boogie Spiders), sembra di risentire le Hole di “Celebrity Skin” (e Courtney Love è certamente la madrina di battesimo vocale di Irene); “Don’t worry about me” è quella che non si può smettere di cantare, grazie ad una melodia e un ritmo coinvolgenti, arricchita inoltre dalla presenza di Andrea “Rock” Toselli degli Andead; in “S.O.I.A.” troviamo il sempreverde Olly Riva degli Shandon, e con la sua scarica di violenza sonora questo pezzo si elegge episodio più hardcore del disco (chissà se è dedicato proprio alla band dei Sick Of It All); ma il diavolo a cui Irene ha venduto la sua anima resta Brody Dalle, e “Save Your Prayers” e “Much To Say” ne sono una splendida conferma.

“Bleed” si chiude con “Via di qua”, un pezzo che può sembrare aggiunto all’ultimo momento solo per rendere più corposo l’album (perché è l’unico brano cantato in italiano ed è una canzone scritta nel 2009 e rimasterizzata per l’occasione), invece si amalgama perfettamente al contesto sia musicalmente che per la sua tematica, chiudendo degnamente un disco che – come dichiarano gli stessi Viboras nella presentazione – parla di “stress, amore, tristezza, amicizia e una sana voglia di ribellione”.  

Dal 2003 i Viboras restano una delle realtà più adrenaliniche del punk rock nostrano, e l’impatto frontale con la loro musica è sempre un’esperienza potente e liberatoria.

 

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La recensione Bleed di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-07-09 12:59:00

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