Mosè Santamaria Salveremo questo mondo 2018 - Cantautoriale, Pop, Indie

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Barattando i synth con le chitarre e l’elettronica con il cantautorato, Santamaria sforna un album maturo ma meno personale rispetto al suo esordio

Nel 2015 ho apprezzato “#RisorseUmane”, l’album d’esordio di Mosè Santamaria, in cui ci sono pezzi come “I love you Marzano” e “A Nizza – Non era amore” che girano ancora in qualche mia playlist. Questo era comunque prima che l’artista genovese (ma veronese d’adozione) ingoiasse l’anima di Fiorella Mannoia e la sputasse fuori attraverso le nove tracce di “Salveremo questo mondo”, il nuovo lavoro su lunga distanza che il cantautore ha sfornato un paio di mesi fa.

La nuova fatica di Santamaria è sempre condita con la consueta salsa elettronica cui ci ha abituati il disco d’esordio ma con lo slancio cantautorale che qui prende il sopravvento e le chitarre e la batteria che conducono le danze al posto di synth e campionamenti che governavano il precedente lavoro e che qui restano nell’ombra.

I testi, dalla metrica spesso libera e dettata dall’impeto narrativo, seguono lo stile di quelli del debut album, apparendo come piccole e appassionate cronache quotidiane e amarcord dei tempi andati raccontati in maniera intima a un’amante o a un amico, magari in un bar di periferia, sorseggiando un bicchiere di vino.

Tornano anche le citazioni di autori e intellettuali del passato (Kerouac, Freud, Bukowski…) e la penna del nostro si fa più matura e introspettiva, benché lo faccia a spese proprio di quei tratti distintivi che avevano reso moderno e originale il suo primo lavoro.

“Salveremo questo mondo” conferma insomma l’ottima scrittura dell’artista ma ci fa guardare con nostalgia all’uso dei suoni sintetici che ne avevano reso tanto caratteristico l’esordio.

 

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La recensione Salveremo questo mondo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-01-02 13:08:15

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