Ministri Cronaca Nera E Musica Leggera 2021 - Rock

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Le nuove quattro fiabe di Divi, Fede e Michele hanno la copertina di un Einaudi tanto amato dagli studenti di sinistra della facoltà di filosofia. Magari un Foucault. Lucido e sempre interessato.

C'era una volta un quattordicenne sfigato che all'inizio della primavera del 2013 si mise due cuffie alla Feltrinelli di Piazza Duomo, pigiò un quadrato con sopra raffigurata una tigre nera, e in qualche modo la sua vita cambiò. Quella roba spaccava letteralmente le orecchie, in un modo che lo trapassava da un lato all'altro. Non poteva capire tutto quello che sentiva cantare, ma gli restava addosso con una facilità incredibile. "Volevi essere pagato perché avevi qualcosa da dire/ Ora che ce l'hanno tutti puoi star zitto per favore?" è una frase che da allora non lo ha mai abbandonato, in un modo o nell'altro. Chissà come mai.

Di anni ne sono passati otto e i Ministri non hanno mai smesso di sputare sangue sugli strumenti. E nel 2021, nell'epoca in cui vengono pubblicati ep a valanga per pigrizia di scrivere un disco intero, loro decidono di tornare dimostrando che i mini album non sono solo composti da poche canzoni, ma dovrebbero avere lo stesso una struttura, una forza, un'autonomia. E se nel 2008 si cercava di capire come le manifestazioni in piazza avessero affievolito il mordente, Cronaca Nera Musica Leggera si affaccia su un mondo che queste domande ormai non se le fa più, come non ne fosse più in grado. Si va più alla cieca del solito, in mezzo alla tempesta di merda di cui ci ricopre chi pretende di aver tutto da spiegare.

Ancora una volta i Ministri suonano sulla nausea iper diffusa. In mezzo al naufragio di gran parte della realtà, prima di andare tutti da un'altra parte per provare a ricominciare a respirare, è meglio non illudersi di nulla. Tutto è andato peggio del previsto - sul medio e breve termine, sul lungo è meglio non pensarci -, e il guaio è che non ce ne ricorderemo, perché non ci ricordiamo più di nulla. In questo scenario le parole urlate da Divi sono ancora più disperate, perché che senso ha rendersi conto di aver visto il peggio se tutto intorno la memoria è fin troppo breve? 

Per fortuna la penna di Fede non riesce a distogliere lo sguardo dalla realtà, non riesce ad edulcorare quel disco introvabile chiamato Italia. Anzi, calca la mano in modo particolarmente forte. La melma odierna è presa e compattata nei suoni violenti e spietati dei primi dischi. Forse per questo l'ormai ex quattordicenne sfigato si è emozionato non poco al primo ascolto di Peggio Di Niente. Forse per questo durante l'outro di Inferno gli sono tornati in mente alcuni viaggi in auto con la madre. Forse per questo si augura con tutto il cuore che Cronaca Nera E Musica Leggera anticiperà Diritto al Tetto nelle scalette live.

Se allora si chiedeva come mai quella chitarra non valesse niente, oggi sentendo raccontare del panico collettivo che lo colpisce quasi quotidianamente ha capito una piccola cosa. Fidarsi dei Ministri non significa seguirli ad ogni costo, soprattutto perché non hanno mai avuto nulla da dimostrare. Significa provare ad accostarsi al loro sguardo, prendere bene la mira e buttarsi nel vuoto insieme a qualche altro centinaio di stronzi che sta pogando con noi. Le nuove quattro fiabe di Divi, Fede e Michele hanno la copertina di un Einaudi tanto amato dagli studenti di sinistra della facoltà di filosofia. Magari un Foucault. Lucido e sempre interessato.

 

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La recensione Cronaca Nera E Musica Leggera di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-05-17 00:18:00

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