Tauro Boys TauroTape3 2021 - Trap, Urban

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Un disco maturo di riconferma per il trio romano, tra malinconia, distanza e nuove consapevolezze

Con tre album già all’attivo ed una carriera iniziata ufficialmente nel 2017, sulla bravura dei Tauro Boys nel giocare con rime, metafore ed ironia ormai non c’erano più molti dubbi. Dopo molte canzoni dai ritornelli accattivanti, pronte ad essere passate nei dj set post serata per accontentare quasi tutti i presenti in sala, continuare sulla stessa strada per chiudere la trilogia dei TauroTape non sarebbe stato fuori luogo, perché in linea con la produzione precedente, ma scontato, e l’essere troppo prevedibile al trio romano non è mai piaciuto.

TauroTape3 non è solo un disco di canzoni catchy e provocatorie: lo scudo di sarcasmo che per anni ha conquistato una buona parte del pubblico e dietro al quale molti dei testi si riparavano, questa volta si è rotto, rivelando dietro di sé un’amara malinconia che accompagna anche le frasi ad effetto all’apparenza più commerciali. Nell’avventura del nuovo disco i Tauro Boys non si gettano però da soli: ad accompagnarli ci sono diversi feat con vecchi amici, dai tempi del liceo, come Joe Scacchi e Tommy Toxic o Tutti Fenomeni (in origine anche membro della band e presente all’interno di ogni TauroTape con almeno un brano), oltre che con nuove conoscenze come Ariete e Psicologi, in pezzi dove l’intesa è innegabile, sia in canzoni dalle sonorità più commerciali come Jeans o Stilemi, che in brani dove la serietà e la preoccupazione vengono abbandonate per poco, come in Suono Roma Dimensione, che troviamo a chiusura dell’album e nella quale sarcasmo e assurdo si uniscono ad una base techno distante dal resto del disco.

Dopo diversi lavori prodotti da Close Listen, questa volta troviamo nuove collaborazioni, con in primis Machweo, poi Greg Willen e Peppe Amore, Drast e Winniedeputa, Ervie, Nikeninja, Nahshi, ma anche lo stesso Prince che anche in questa nuova veste risulta convincente. Dalla prima all’ultima canzone si viene trasportati in un viaggio ricco di immagini, quasi cinematografico, all’interno dell’universo dei Tauro, costruito con maggiore cura in questo anno e mezzo di quasi totale silenzio. Dalle parole emerge un dualismo tra il grigio e la frenesia di una Milano vissuta in un momento complesso per tutti, affiancata alla spensieratezza di Roma, del liceo, delle origini del gruppo, che crea uno sfondo suggestivo accompagnandosi ad una nuova consapevolezza dell’amore, dell’amicizia (che, nata al liceo, va ben oltre il concetto di gang), ma anche degli obiettivi che con la musica si vogliono raggiungere; non c’è più solo l’atteggiamento distaccato e divertito di Dieci Ragazze o Marilyn, ma il coinvolgimento emotivo di racconti diventati musica dopo una maggiore esperienza.

Impossibile relegare la band alla semplice definizione di trap, perché come già dagli inizi è forte anche la componente pop, un sound che più di una volta li ha fatti rientrare nel post trap, definizione che sottolinea come continuino ad essere accostati ad una scena alla quale non sono mai appartenuti a tutti gli effetti. L’album ha cominciato a prendere forma durante il lockdown, tra la distanza e la comunicazione via telefono e computer forzata; la frustrazione e l’amaro rimasto in bocca dal non poter lavorare insieme in studio hanno lasciato una forte traccia nelle tematiche affrontate in alcuni pezzi, come Xelisa2, dove la critica ad un utilizzo dei social eccessivo e dannoso trova forma nel ritornello-mantra “internet non rende felici, quelli non sono tuoi amici”. Impossibile negare, considerando anche quanto poco la strategia di comunicazione dei Tauro, soprattutto agli inizi, sia stata veicolata poco online, arrivando comunque a creare una fan base fedele e pronta a sostenere il trio; alla data conclusiva dell’ultimo tour a Roma, sold out, sono sicura di aver visto intorno a me persone piangere chiedendo quasi imploranti a Maximilian, Prince e Young Pava di tornare sul palco.

Un disco che chiude la trilogia dei TauroTape con una prospettiva differente da parte del trio, senza rinnegare tutto quello che è stato il passato ma anzi, cercando di lavorare sulla produzione precedente per arrivare ad un equilibrio finale: con brani meno radiofonici del solito, sostituiti da maggiore introspezione in canzoni pensate per un ascolto personale, TauroTape3 è un saluto intenso, piacevole ma nostalgico, a quella che è stata l’esperienza dei Tauro Boys fino a questo momento.

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La recensione TauroTape3 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-27 15:04:00

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