Gli Unwelcome tornano a presentare una scena metal ricca di influenze, facendo incontrare distorsori, sassofoni e scream in un unico disco.
Gli Unwelcome sono un gruppo piemontese attivo dal 1994 che, dopo un lungo silenzio durato anni, sono riusciti a tornare sulla scena musicale nel 2020 grazie alla collaborazione con l’etichetta Ammonia Records. A due anni dalla ricomparsa della band esce Be Unwelcome or Die!, un album manifesto il cui titolo esprime senza orpelli la visione del progetto. Non ci sono vie di mezzo, compromessi, bisogna essere sgraditi o nient’altro.
Influenzate principalmente da shoegaze, nu-metal e death metal, le undici tracce si mantengono compatte in un unico grande mosaico di sonorità distorte e tetre. Qui chitarra e basso ricchi di distorsioni sono sostenute da una batteria pesantemente suonata con uno stile percussivo rigido che ben si riconduce ai generi di riferimento. All’interno di un tale lavoro colpisce un brano come Freejazzpunkblahblah, dove un sassofono si inserisce come in un’improvvisazione, incastonandosi tra le distorsioni e i riverberi delle chitarre elettriche.
A caratterizzare l’intero progetto è la ripresa di sonorità che arrivano dalla fine degli anni ’90 richiamando una scena eterogenea, capace di mescolare fantasiosamente diverse influenze come fecero i System of a Down. Ma non è solo dal metal che gli Unwelcome hanno preso ispirazione per quest’ultimo disco. In Pressing Walter si sente l’influenza del grunge dei Nirvana come della composizione vocale dei Linkin Park. In questo modo Be Unwelcome or Die! risulta essere un lavoro frutto di una cultura musicale ricca, digerita dalla band e riproposta nel proprio personale linguaggio. L’esempio più significativo di questo approccio consiste in Drive, cover dei R.E.M. reinterpretata nell’album.
Non si tratta indubbiamente di un progetto che punta su un’armonia rilassante, ma è grazie alla creazione di un’immagine caotica che si delinea l’intento del gruppo. Di nuovo, Be Unwelcome or Die! non è solo un titolo, ma un invito a non essere accondiscendenti, a farsi sentire, a esplodere in un’espressione musicale – e non solo – che non passi inosservata, così come non riescono a passare inosservati gli Unwelcome.
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La recensione Be Unwelcome or die di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-03 12:13:00
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