Yalda TAVALLODI DIGAR 2022 - Noise, Industrial, Dark

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Una mosca bianca che vive nelle tenebre e si nutre di poesia allucinata

Ascoltando, anzi esplorando,Tavallodi Digar, il disco di Yalda si fa davvero fatica, diciamo così, a distinguere il gradiente poetico da quello musicale. Si prenda, ad esempio, un pezzo come Nasim, terza traccia dell'album. Questa canzone è utile, anzi utilissima per mettervi di fronte tutte le precipue caratteristiche dello "Yalda-pensiero": ovvero un ragionamento costantemente sospesa tra l'happening poetico, financo la performance artistica e la forma-canzone. Ne viene fuori un lavoro sicuramente personale, (quasi) unico nel suo genere, in cui una musica ferocemente etnica, con afflati industrial, si accoppia a testi che sono un po' delle preghiere laiche un po' delle evocazioni tenebrose di poesie dimenticate.

"Lalé, per metà di origine iraniana, sceglie nel cantato di giocare con le parole in lingua farsi, mescolando scritti della rivoluzionaria poetessa Forough Farrokhzad e testi personali".

C'è sicuramente tanto fascino in un progetto del genere, al netto, ovviamente, del "salato" biglietto d'ingresso che uno dev'essere disposto a pagare per poterci entrare dentro con cognizione di causa. Serve infatti impegno e tempo per ascoltare nel modo, si potrebbe azzardare, "corretto" tale disco. Illuminato dalla luce nera della poetica di Diamanda Galas, Yalda è senza ombra di dubbio una mosca bianca tra le uscite di questa estate. Una mosca bianca che vive nelle tenebre e si nutre di poesia allucinata. 

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La recensione TAVALLODI DIGAR di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-29 08:06:52

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