Möly Requiem 2022 - Pop, Indie

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Un disco molto giovane, che porta in sé tutti i pregi e i difetti della gioventù. Molta leggerezza e tanta, voglia di comunicare con semplicità stati d'animo profondi.

Requiem è il nuovo disco di Möly, giovane artista monzese.

Si tratta di una raccolta di nove canzoni che vanno a posizionarsi nel solco del pop melodico italiano con deriva indie e qualche spunto d'internazionalità. Testi adolescenziali, piccole storie partorite in cameretta che, attraverso un'elaborazione (come per i lutti) servono per chiudere un capitolo e trovare nuove strade esistenziali.

Batteria elettronica programmata per scandire un tempo, non per esprimere musicalità o per offrire incastri ritmici come potrebbe fare una batteria acustica e, di conseguenza un batterista umano. Si tratta di trattenere la musica entro una griglia metronomica perfetta e tant'è. Niente di più. Stessa prassi per il basso che non si muove mai dal doppiaggio del kick e non azzarda mai una nota in più del minimo sindacale. Questo equilibrio poco emozionale ha comunque un ruolo importante, di colonna vertebrale delle canzoni e, a modo suo, segna un equilibrio tutto suo, in contrasto con la voce, unico strumento che presenta "umanità" tra sfumature d'intonazione, fiato e timbrica.

Pad, synth, texture pad e arpeggiatori fanno da contraltare a chitarrine molto sognanti e patinate. Il sound risultante è sempre pulito, dosato per essere radiofonico e poco graffiante. L'equilibrio perfetto è studiato a tavolino per non eccedere in nessun aspetto, ma risultare autosufficiente. Anche la masterizzazione non è estrema e restituisce un insieme che pur se compatto, non risulta troppo schiacciato, ma neppure molto tridimensionale. Si sente lo studio e il lavoro per raggiungere la mono compatibilità, per far si che tutto il disco suoni bene anche attraverso device qualitativamente poco significativi come smartphone e cassettine bluetooth.

La voce, protagonista assoluta, è dotata di una timbrica interessante, molto pulita e quasi naif. Non ci sono passaggi di bravura così come non ci sono orpelli inutili, ma neppure grandi impennate di pathos nell'interpretazione. Sembra di sentire echi di Levante, ma senza guizzo, sia al livello vocale che testuale. Molto bello il trattamento riservato alla voce, che restituisce un suono molto vivo e naturale. Perfette le armonizzazioni e l'utilizzo parsimonioso degli effetti d'ambiente. L'intelligibilità dei testi è garantita da questa pulizia di fondo adoperata nel missaggio della voce.

In conclusione Requiem è un disco molto ben confezionato, che però probabilmente soffre di una mancanza di direzione, di una ricerca ancora troppo ampia che cerca di tirare dentro troppe cose, nessuna delle quali messa perfettamente a fuoco.

L'impianto semplice delle canzoni e gli arrangiamenti minimali riescono comunque a fare breccia nell'ascoltatore, mantenendo una leggerezza che però rischia di rendere effimero qualsiasi messaggio si stia cercando di veicolare. C'è un modo di scrivere testi che ha sicuramente preso una direzione precisa, ma la personalità non è ancora venuta fuori in maniera decisa. Si sente prepotente una patinatura generale nei suoni, negli ambient, nel modo di affrontare l'interpretazione di ogni canzone che tende ad appiattirne le dinamiche. Nonostante questo, siamo di fronte ad un disco easy listening che scorre con tanta leggerezza.

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La recensione Requiem di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-08-28 16:41:52

COMMENTI (1)

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  • petricore 2 anni fa Rispondi

    ❤️❤️❤️