Upupayāma The Golden Pond 2022 - Psichedelia

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Un viaggio psych per montagne, laghi e panorami orientali, tra fantasia e realtà

L’upupa è un uccello che si riconosce per il suo particolare modo di volare. Si trova maggiormente negli ambienti di pianura. Yama, invece, è la parola giapponese per indicare la montagna. Upupe di montagna non ce n’è, e il fatto che Alessio Ferrari abbia scelto proprio Upupayāma come nome d’arte, inventando questo volatile, è già indicativo del suo mondo creativo e musicale, che si colloca proprio tra fantasia e realtà.  

Ispirato da un piccolo laghetto che si trova vicino alla casa di montagna del cantautore nell’appennino parmense, The Golden Pond (Centripetal Force, Cardinal Fuzz) è un disco che alterna e fonde acid folk, rock psichedelico, krautrock e melodie orientali, dando vita ad un mondo tanto delineato quanto inafferrabile. Come quando si raggiunge la vetta di una montagna molto alta: si riesce a vedere chiaramente lo splendore del panorama, ma l’ossigeno mancante a tratti ci inganna e ci offusca la vista, creando, nel migliore dei casi, visioni del tutto inaspettate, chissà se vere oppure no.

È lo stesso Upupayāma a suonare la maggior parte degli strumenti: chitarra, basso, tastiere e batteria, sitar, flauto e percussioni sciamaniche. La voce, poiché i suoi testi sono frutto di un linguaggio inventato e dunque incomprensibili, diventa anch'essa strumento, contribuendo all’atmosfera sfuggente e fantastica del disco.

The Golden Pond è un viaggio a più ispirazioni: l’opener Cuckoos from the House of Golden Tin è una suite in quattro parti di sette minuti e mezzo; inizia dolce come un risveglio, tra arpeggi e linee di flauto, e lentamente come la marea si ritira e si raccoglie per esplodere in un intermezzo tutto kraut; passata la tempesta, sul finale si addolcisce di nuovo. È seguita da Entering the Times of Wilderness, che ricorda – insieme a Come Here, Noriko - i Led Zeppelin che cantavano di vaste vallate e delle prodezze narrate nel Signore degli Anelli di Tolkien. Anche questo brano, come il precedente, ha un momento di rottura rock.

Da Ergobando l’atmosfera e la rotta cambiano: ci troviamo a passeggio per luoghi orientali, guidati da sitar e sound che fanno pensare ai Kikagaku Moyo (è stato il loro fonico Yui Kimiji a mixare Upupayāma, l’omonimo EP d’esordio del cantautore parmense uscito nel 2020), dove tutto si fa più morbido e rituale, in particolare in Sata me Pani e Ballad of the Mugho, che chiude il disco.

Con The Golden Pond, uscito lo scorso 4 novembre, Alessio Ferrari è stato in grado di creare un mondo fantastico che tuttavia nasce dalla solida realtà dei suoi luoghi, facendoci viaggiare al suo interno attraverso percorsi sonori sconnessi, inaspettati, eterei e piacevolmente sfuggenti.

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La recensione The Golden Pond di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-16 18:38:00

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