JEAN REENO MOONKIDZ 2022 - Indie, Elettronica

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Esordio dalle due facce, come la Luna: il lato oscuro dell'elettronica da club si salda alla spensieratezza urban. Il risultato è prezioso quanto un plenilunio.

Da tempo immemore la Luna e le sue due metà esercitano un fascino del tutto singolare sull’umanità, influenzando artisti e pensatori. Ma cosa nasconde questa duplicità? Qual è la sua vera natura? Per farcela spiegare forse è il caso di chiedere proprio a chi si è ispirato al nostro satellite preferito: Jean Reeno, che con MOONKIDZ è qui al suo esordio sulla lunga distanza dopo una manciata di singoli rilasciati nel corso degli ultimi anni.

Un album risicato, sette tracce (di cui una seconda versione live della title track) per meno di venti minuti. Cosa potrà mai spiegarci un pressoché esordiente con un disco tanto esile? Beh, molto più di quello che si sarebbe portati a credere. Un esordio essenziale, che fa esattamente ciò che ogni album dovrebbe fare in un mondo ideale: presentare il progetto in maniera chiara e diretta, senza fronzoli e riempitivi, ma cercando di andare dritto al punto della visione artistica che si prefigge. MOONKIDZ questa cosa la fa, senza perdersi lungo la strada, ma sfruttando ogni minuto della sua breve durata per aggiungere un tassello dopo l’altro al mondo musicale che Jean Reeno vuole proporci.

Da bravo moon kid, Jean Reeno ha ben pensato di portare un pezzo della sua casa natale nella propria musica. Anch’essa, infatti, presenta due facce: da un lato l’urban con il suo approccio luminoso e leggero, dall’altro il mondo più oscuro e sotterraneo dell’elettronica e del clubbing: esattamente come per la Luna, si tratta di due facce in apparenza nettamente distinte, ma basta prestare un poco d’attenzione per rendersi conto di come l’una abbia bisogno dell’altra per esistere. La traccia d’apertura, FUORI, sospesa tra l’ultima Elodie e Jamie XX, è il pezzo più solidamente pop del disco, sorretto da inserti disco che lo vitalizzano nei passaggi nevralgici. MOONKIDZ, la title track, è la punta di diamante dell’ep, con la sua vena più intimista e oscura, bilanciata da un beat prepotente che nel ritornello prende una piega elettronica impossibile da non assecondare col movimento del proprio corpo. Le ramificazioni elettroniche emergono ancora più chiaramente nella breve SKIT e in BLADE RUNNER, perfetto omaggio gelidamente digitale alla pellicola di Ridley Scott. Chiudono il cerchio una versione live di MOONKIDZ, dalle atmosfere quasi cantautorali, reminiscente degli ultimi Madame e Rkomi, e MY DAY, pezzo preso di peso dal mondo UK, tra suggestioni alla Burial e il mondo della garage.

MOONKIDZ è un esordio interessante, che riesce a combinare due mondi in apparenza distanti come quello dell’urban pop e dell’elettronica: il risultato suona sorprendentemente coeso e maturo, segnale che l’artista piemontese ha in testa delle idee piuttosto chiare su ciò che vuol fare. Le sue due anime convivono e si intrecciano come le due facce della Luna: speriamo continui a illuminarci col riflesso della sua musica

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La recensione MOONKIDZ di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-03 01:38:00

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