Emit vivo 2022 - Cantautoriale, Lo-Fi

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Storie di vita, fantasmi del passato ed assenze del presente hanno fatto nascere Vivo, disco d’esordio dalle sonorità minimali.

Un binomio indissolubile tra la luce dei ricordi e la malinconia generata dalle assenze del presente, che trova la sua forza all’interno di immagini dettagliate, vere, vivide, come se ancora il passato non fosse svanito del tutto.

L’opera prima di Emit si basa su questi presupposti, tra canzoni che rimandano ad aspetti più romantici ed altre dove incidenti quotidiani, come Vino, diventano un trampolino per tuffarsi in descrizioni evocative.

Vivo è un disco che nasce per una necessità personale, quella di trovare un luogo dove parlare senza interferenze con tutto quello che non c’è più, così da lasciare la limpidezza delle parole intatta.

Per quel che riguarda la scrittura, infatti, Emanuele Conte riesce a convincere da subito: Mogol, primo brano della tracklist, con la visione disincantata di chi ha dovuto lasciarsi alle spalle dei sogni come quello di vedere i propri idoli dal vivo, riprende in modo ironico alcune delle frasi più conosciute del paroliere.

Il disco ha un sound che si muove dal pop cantautoriale più essenziale, con una chitarra acustica spesso protagonista, a dei beat lo-fi comunque minimali che sottolineano l’intensità di alcuni passaggi musicali. Nonostante alcuni brani riescano a distinguersi dal complesso, gli otto pezzi rischiano di perdersi in uno spazio sonoro troppo simile tra loro, tranne in episodi dove c’è una chitarra più aggressiva o un crescendo accompagnato dai synth.

Tra le canzoni che più colpiscono c’è Cera, dall’atmosfera rarefatta, come di respiri trattenuti. A chiudere c’è Viviamo, interessante scelta già a partire dal nome, un plurale che va a rafforzare quello che invece era il singolare rappresentato dal titolo del disco, dando anche una conclusione a tutti i racconti precedenti. I vuoti, i fantasmi, sono stati sostituiti da un coro di voci, che in modo simbolico evidenzia un cambiamento ed una possibilità di rinascita.

Vivo non convince in tutti i suoi aspetti, trattandosi di un lavoro che è riuscito solo in parte ad aprirsi verso l’ascoltatore, rimanendo ancorato al modo di raccontarsi di Emit. L’artista non ha trovato sempre il modo giusto di narrare le sue storie, ma ognuna conserva comunque una sua intensità.

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La recensione vivo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-01-19 23:00:36

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