Nicole Bullet Luna di Carta 2023 - Pop, Hyperpop

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Il primo album della giovane cantante siciliana è un nostalgico omaggio all'età più bella e confusionaria di tutte e che, come quando ci si diverte, passa davvero troppo in fretta

Quando ci si accorge che l'adolescenza è finita? Quando si "salutano" i professori una volta conclusi gli esami di maturità? Quando si prende coscienza di quanto il mondo sia grande e a volte spaventoso? Quando si perde la verginità? Le risposte a questa domanda sono tante quante le persone che abitano sulla Terra. Semplicemente a un certo punto ci si rende conto che il tempo passa e non aspetta niente e nessuno.

Se, una volta risolto quell'intricatissimo cubo di Rubik chiamato adolescenza, volete trovare la giusta colonna sonora in grado di farvi tornare alla mente i fotogrammi di quel periodo così meravigliosamente complicato allora Luna di carta potrebbe essere il disco che fa per voi.

Il primo album di Nicole Bullet è un nostalgico e caleidoscopio omaggio all'anticamera dell'età adulta in tutte le sue sfaccettature: dal costante conflitto tra la voglia di ribellarsi a tutto e la spasmodica ricerca di piacere al prossimo (Luna di carta) alle prime e dolorose cotte giovanili (Festa).

Le ansie e la diffidenza che precedono quel salto nel vuoto che presto o tardi tutti devono fare verso l'incertezza del futuro vengono condensate dalla giovane cantante siciliana in sette brani con fortissime tinte Pop, intrise di synth, drum machine e arpeggiatori presi a piene mani dagli anni '80.

"Siamo cresciuti già da un po' e guarda cosa ci hanno fatto" canta Nicole nella title track del suo primo lavoro. Una disillusione post-adolescenziale che in brani come Quasi mai viene narrata dall'artista sovrapponendo metafore astratte ("Stringiamo frasi vuote fra le mani") a schiette riflessioni sulla quotidianità che circonda il mondo giovanile ("Ma quando troverai un lavoro serio? Paga bene ma purtroppo è in nero").

Luna di Carta è tutto sommato un lavoro ben confezionato che nonostante alcune parentesi un po' più "banalotte" (Cadillac) riesce a instillare in chi lo ascolta la voglia di tornare a quella confusionaria parentesi della propria esistenza dove si inizia ad esplorare il mondo ma soprattutto sé stessi. In poche parole: tanti, tantissimi feels.

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La recensione Luna di Carta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-02-21 00:10:00

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