Rareș Femmina 2023 - Cantautoriale, Elettronica

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Il cantautore rumeno racconta l'amore con 13 brani di frasi spezzettate, chitarre acustiche, falsetti e synth per ballare con le lacrime agli occhi

A Bologna c’è un locale dove la musica elettronica sfonda le casse fino alle 4 del mattino. È anche una libreria con il Corano e la Bibbia sullo stesso scaffale della poesia contemporanea e un piccolo studio di registrazione, con tastiere e chitarre sparse ovunque. Al tramonto ci vanno le coppie di innamorati a ballare, in un angolo c’è un letto sfatto. Da lì Rareș ci guarda entrare con addosso un maglione slabbrato. Quella piccola stanza esiste da anni, ma solo ora il cantante di origine rumena ci invita per ascoltare Femmina. “Il mio primo vero disco”, dice.

Ha già pubblicato un album, un ep e diversi singoli, sempre scavandosi dentro con testi ermetici. Ora però ha tolto un freno. Più sintetizzatori, più falsetto. Ha aperto le porte di quella stanza dove si erano ammassate troppe cose per rimanere lì a prendere polvere.

Rareș racconta un universo chiuso tra le mura di una camera e di un ragazzo che si stringe tra le coperte. Canta con voce sottile, poi profonda, poi sussurrata e suona la chitarra acustica mentre gli effetti elettronici si fanno spazio tra le canzoni. Riprende tanto i C+C=Maxigross quanto Lali Puna in un crescendo che ci coccola con Peggiore mossa, fino a essere presi a calci dall’hyperpop di Tramacci.

Femmina parla di reclusione, di quarantene e lockdown. Di quando il mondo fuori non c’era e lo abbiamo dovuto inventare dentro casa. Di quanto sia confortante vivere in una dimensione parallela e di quanto sia difficile smettere di farlo. Sono piccoli fotogrammi tra la gioia disperata di chi nella propria stanza balla e canta senza nessun altro e una leggera malinconia. Parla di quanto sia complesso l’"io" e del fatto che il "noi" – sempre un noi-coppia – arrivi dopo.

Il sesso è romantico senza bisogno di chiamarlo "amore". Straborda, come se un disco non bastasse a raccontarlo. Invece che essere stucchevole Rareș lo fa dire agli strumenti, la voce si alza e i sintetizzatori distorcono la melodia. Dirlo a parole non basta. Mentre continua a cantare con delicatezza, intorno a lui tutto esplode, collassando in un terremoto di elettroniche glitch. Se riesci a emozionare con una drum machine sei un artista.

Tredici brani di frasi spezzettate. Un'immagine, due parole, poi si cambia, e solo alla fine scopriamo in che modo era tutto collegato. Balliamo con le lacrime agli occhi e piangiamo ridendo. Ma lo facciamo per la storia di Rareș, che non sono sicuro di aver capito del tutto, forse sfuggirà sempre qualcosa, ma continuerò a cercarlo tra i versi di Femmina.

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La recensione Femmina di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-03-10 00:00:00

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