Indigo Quest ABOMINABLE 2023 - Rock'n'roll, Psichedelia, Indie

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Il nuovo lavoro in studio del progetto Indigo Quest di Denis Rossi dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, di meritare palcoscenici internazionali per prestigio e consapevolezza creativa

Il progetto Indigo Quest, in diretto riferimento all'estro creativo ed esecutivo del marchigiano Denis Rossi, sembra essere giunto a un livello di maturità tale da rendere quasi inutile ogni tentativo di approccio basato su semplice curiosità o suggestione legata a definizioni di genere o predisposizioni di stile più o meno dichiarate. Perché, in verità, il discorso portato avanti nella direzione intrapresa soprattutto da questo più recente frangente discografico, sembra proprio essere pregno di maestranza e savoir-faire tale da far comprendere, fin da subito, di avere a che fare con un pesce grosso in un piccolo stagno di attribuzione nazionale.

Giunto, dunque, all'ottava esperienza in studio, il buon Rossi sembra davvero aver appreso fino al midollo, tra le maglie del suo nuovo Abominable, le metodiche principali tanto di composizione quanto di coniugazione personale del genere prediletto, portando avanti a gran voce – con encomiabile cultura e indiscutibile talento – un percorso creativo che, certo, rende fin da subito evidenti i giustificabilissimi padri putativi ma, al contempo, non esita a spaziare tra soluzioni individuali e convoluzioni suscettibili di inevitabile e perspicace futuribilità.

Sonicamente parlando, la predisposizione rock'n'roll è subito riscontrabile in sincopi indie-alternative che ammiccano volentieri, di tanto in tanto, a lievi induzioni shoegaze ma, soprattutto, a un incedere ritmico con intenzioni avvolgenti in quanto prossimamente garage nelle direttrici più selvagge in termini di consapevolezza intuitiva per ipotesi di trascinamento emozionale (Ball games). Ma andando a guardare, nello specifico, le modalità di scrittura, non sarebbe completamente errato parlare di talentuosità pop per quanto riguarda la capacità di coinvolgere un orecchio anche non allenato a sonorità di matrice anglosassone prestabilita (Foundations), con tanto di sinuosità pseudo-blues (London) o strizzatine d'occhio britpop – più The Verve che Oasis (che comunque arrivano a presentare il conto, assieme ai Blur, in Casualties) – che lasciano convergere il tutto verso lidi dorati in sede di perfezionismo di forma tendente a internazionalità di prodotto complessivo (Safe and sound).

Non mancano all'appello modernismi di derivazione – e conseguente manipolazione – puramente beatlesiana sia in funzione compositiva che di ingegneria sonora tutt'altro che circoscritta in confini territoriali (I.know.you.know.it), come anche soffusi spunti Radiohead in salsa acidamente psichedelica (Paper cranes) o al seguito di frizzantezze semi-hardcore (Trash bag) con spunti anche psico-trance-noise sperimentale non di poco conto (Dunce).

Al seguito di un lavoro del calibro di Abominable, in sostanza, siamo invitati ad ascendere verso livelli di prestigio internazionale che poco hanno da spartire con larga parte del panorama nostrano attualmente in circolazione sui network nazionali. Qui il livello è seriamente elevato e, senza la minima ombra di dubbio, meritevole di escursioni oltremanica e oltreoceano che non pensino, mai e poi mai, di rivolgere lo sguardo ai propri trascorsi o alle proprie origini territoriali. Chapeau.

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La recensione ABOMINABLE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-07-11 20:40:30

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