Un cantiere in corso ricco di buona materia prima che però deve essere ancora lavorata, assemblata e rifinita. il punto d'inizio di un lungo viaggio.
Io sono due è il nuovo lavoro di Luca Lo Buglio, giovane artista Marsalese con alle spalle già un altro disco.
Si tratta di una raccolta di sette brani in stile pop contemporaneo in cui si mischiano soluzioni molto moderne ad arrangiamenti molto più tradizionali, come in Piedi in cielo, dove una sezione d'archi si integra in un ambient elettronico.
Diritto positivo è una denuncia sociale con un testo molto ricco che vorrebbe essere rap, ma non è considerabile tale, almeno in maniera stretta, perché mancano spesso gli incastri ritmici, le rime e la compattezza dell'emissione vocale. Ci si avvicina più ad una cantilena narrativa, anche se non tutte le barre sono ben curate e ci si muove spesso in un'altalena percettiva di un messaggio che fatica a venir fuori proprio perché talvolta la retorica del cliché, del luogo comune, prende il sopravvento.
Molto più melodica ed apprezzabile Garofani, con una discreta intonazione e un'ottima interpretazione "di pancia".
Gandhi torna ad offrire un sound molto più urban con un flauto esotico. Ancora un tentativo, più riuscito di rap, dove rime e metrica sono un po' più curate, anche se ancora una volta il senso ritmico della parola è diluito e non sempre sul beat. Ancora un messaggio di protesta, ma ancora una volta ermetico.
Silenzio si apre con un bell'arpeggio di chitarra ed è un rap a basso tasso di velocità in cui si ripetono le criticità già descritte nei brani precedenti. Molto più convincente, ancora una volta, tutto ciò che concerne le parti melodiche dove la voce, anche se tremula, riesce ad ottenere una buona intonazione di base.
La battaglia di Qadesh vuole essere una lezione di storia un po' fine a se stessa, un esercizio di stile che poco aggiunge al livello emozionale ed artistico a questo disco. Si chiude con Il mio nome, pezzo quasi orchestrale dove spiccano piano e voce, ancora in un mix di melodico e cantilenato. Un finale malinconico e dimesso.
In conclusione Io sono due è un lavoro che vive di opposti e di malintesi. vuole essere rap ma non lo è del tutto, vuole essere abrasivo ma si perde in luoghi comuni che annullano lo scopo, vuole essere riflessivo ma non scende mai abbastanza sotto la buccia della questione. Si tratta più di un diario scritto con urgenza sul quale, lavorandoci sopra con pazienza e metodo, si possono costruire ottime canzoni. Gli spunti ci sono ma le idee sono ancora non del tutto metabolizzate e chiare. L'ascolto risulta abbastanza fluido, al netto dei punti deboli di cui abbiamo già discusso e ci sono dei passaggi che funzionano già così ma che limati al meglio, potrebbero essere ancora più incisivi.
---
La recensione Io sono due di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-14 16:12:40
COMMENTI