Wallace Welsh I am changing for the better 2024 - Alternativo, Shoegaze

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Il primo album del musicista romano è un'epopea confusionaria tra shoegaze e pezzi acustici con cui colpisce anche senza una direzione coerente

Ci vuole davvero un filo conduttore in un disco? Mentre passiamo dai “Certo, come pensi di comunicare qualcosa se ogni canzone va per i fatti suoi?” ai “Ma sì, dà coerenza” Wallace Welsh ha già iniziato a suonare. Mentre siamo ancora a discutere, è già passato dallo shoegaze a un funk campionato, dal garage rock a brani chitarra acustica e voce. Con grande disappunto di chi ama la logica lineare di un racconto strutturato, con I am Changing for the Better il musicista romano sembra dire: “questa non è solo una storia, è un’epopea”.

Ve lo ricordate Il grande fulmine? Il mega disco dei Thru Collected da 30 brani che passavano dall’elettrofolk al nu soul? Ecco, il primo album di Wallace Welsh segue gli stessi passi. Troppe cose da raccontare per rimanere ancorati a un solo stile.

I Am Changing for the Better inizia con Stargazing, una coccola shoegaze che sembra uscita da un film indipendente anni ’90. Ci sono palazzi che crollano, una tempesta di effetti distorti, saturati,  riverberati, sgretolati, ma lì in mezzo la voce di Andrea Lombardo – il nome dietro al moniker – non fa una piega. Sussurra per tutte le 14 tracce del disco. È talmente zen che mi fa venire voglia di seguirlo e fluttuare insieme a lui tra i palazzi di una Roma annebbiata che assomiglia più al Berkshire degli Slowdive.

E qui iniziamo a saltare da una parte all’altra. Prussia, I’m Ready for War è un brano magmatico, chitarra acustica e voce fioca come nei pezzi più allegri di Elliott Smith. Ma un attimo dopo ascoltiamo uno skit che campiona un’intervista radiofonica – suggerisce il titolo –  scandito dal wha wha di una chitarra funk. Ma va bene Wallace, ormai mi hai catturato e io ti seguo.

“Per me un po’ di noise sporco e schizzato”. “Ecco il suo Bed of Bin Bags, e a seguire un Clash the Curse per sgrassare, ma senza allontanarci troppo”. Ci pensano Spiders e Never Leave Me a chiudere questo menu di tutto un po’. Si abbassano le luci e i volumi, mentre su uno sgabello alto e stretto – io me lo immagino così – Wallace Welsh intreccia un arpeggio di chitarra acustica con lo stesso fascino di Thony.

Ho ascoltato qualche singolo uscito un paio d’anni fa perché ormai ero troppo curioso. Il livello era già buono, ma ora confermo, Wallace Welsh sta cambiando in meglio. Per mettere le idee in fila e sfornare un disco pulito, che va dritto al punto, ci sarà tempo.

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La recensione I am changing for the better di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-13 11:00:00

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