Cosa hanno in comune la prima declinazione latina e un gran disco stoner/hard rock? Entrambi sono ROSA, ma solo uno vi farà pogare
ROSA è, nell'ordine:
1. il colore dominante della copertina del nuovo disco degli Zolle;
2. il titolo del nuovo disco degli Zolle;
3. il colore di Maialini e Maialine, animale guida del gruppo presente in tutte le copertine degli album ad eccezione proprio di ROSA ma omaggiato con il titolo del brano.
Come potreste aver intuito, in ballo c'è una visione cromatica che punta verso una certa direzione, e vi assicuro che se non avevate mai ascoltato un disco che mescola hard rock, stoner e una certa vena chitarristica à la Jack White, questo è il momento giusto per cominciare. Ho già detto che è tutto molto rosa?
Nati nel 2013 come progetto secondario di membri di band come MoRkObOt, Viscera/// e Klown, gli Zolle arrivano al quinto album più in forma che mai: dieci tracce (quasi) strumentali schiette e perforanti, zucchero filato al fil di ferro sostenute da chitarre effettate e batterie pesanti ma più agili che mai.
Se in lavori del genere una delle sfide è rimanere impressi senza l'aiuto della voce, brani come Pepe e Merda accettano la sfida e la vincono, consegnandoci temi sbarazzini sostenuti da ritmiche ossessive e granitiche. Il lavoro sui suoni spicca come il più grande pregio di ROSA, freschissimo nel muoversi dentro a paletti di generi non esattamente famosi per l'innovazione. Questo non è fortunatamente il caso, e anzi più i titoli sono dolci e morbidosi, più gli Zolle pestano senza pietà ma con discreta fantasia.
L'ironia dei titoli e della copertina non sono secondari nella conta dei valori in gioco, aiutando ROSA ad emergere come picchiatore duro e spietato, ma senza prendersi troppo sul serio e riuscendo a far permeare l'ironia che lo contraddistingue senza poter contare sulle parole.
p.s. l'avevo detto che è tutto molto rosa?
---
La recensione ROSA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-27 16:29:00
COMMENTI