Musica da trip in discoteca che strizza l'occhio al mondo pop
Una nera epifania fatta di pensieri velenosi, dubbi e paure sussurrate da dentro, che deflagra senza preavviso sotto la cassa martellante di un club berlinese. È questa l'immagine evocata da Medusa, il nuovo brano di Jaèn, prodotto dall'etichetta Keyrecords e distribuito da Altafonte Italia.
A una manciata di settimane da Illusione, la cantante emiliana di nascita e milanese d'adozione torna con un pezzo in linea con l'impetuosa fugacità che aveva animato il singolo precedente. Medusa poggia infatti per due minuti e mezzo su una base influenzata da trance e techno hardstyle, ammorbidita da opalescenze melodiche vicine alla big room house di Martin Garrix.
Frenetici e drammatici panorami digitali, plasmati dalle mani di Nicolò Casertano e Andrea Bon - duo di producer conosciuti come No Saintz - su cui Jaèn adatta un testo cupo e introspettivo, in bilico tra desiderio, smarrimento e introspezione. Strofe e ritornelli che raccontano di un conflitto tra la protagonista del brano con la parte di sé più oscura: proprio come Medusa che, dopo essere stata trasformata in mostro da Atena, cerca in tutti i modi di resistere alla sua nuova e animalesca natura.
Vedo vedo nei tuoi occhi il nero
Una lotta col tuo ego
Voce del mio pensiero
Sei Medusa
Canta Jaèn nel suo ultimo singolo. Grazie alle sue atmosfere minacciosamente evocative, garantite da un livello di produzione veramente elevato, Medusa è un brano suggestivo che racconta in maniera nitida lo shock che proviamo nel non riconoscere più la nostra immagine quando ci guardiamo allo specchio.
Un pezzo capace di unire lisergicità digitale a un significato testuale ben preciso, andando a insinuarsi in una particolare nicchia sonora che unisce l'elettronica da club più acida alla forma-canzone pop.
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La recensione Medusa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-06-05 01:17:16
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