Artista orgogliosamente di nicchia, Lerry Kölemann emerge con quattro tracce davvero ben suonate e che lasciano fiduciosi in vista di ulteriori inediti
Si definisce talmente di nicchia da ignorare la sua stessa esistenza, ma in realtà afferma la propria presenza in modo forte e chiaro Lerry Kölemann: agli sgoccioli del recente mese di maggio è infatti arrivato "Hope in Hopper or in Oppenheimer", extended play licenziato in forma indipendente.
Quattro tracce rimpolpano una tracklist che può risultare scarna sul piano quantitativo ma, al riscontro dell'udito, le tracce si dimostrano stratificate, dense di significato e con soluzioni stilistiche inerenti per davvero al rock d'autore, tanto nel livello di decibel che per le strumentazioni utilizzate. Scanzonato quanto basta, ma muscolare e solido all'occorrenza, l'artista lombardo miscela in modo sapiente la leggerezza nei toni a una certa incisività che si mostra mai invadente, centellinata con il polso di chi ha esperienza e la capacità di raffinare progressivamente la sua grammatica espressiva.
Da una parte la vulnerabilità dall'altra l'essere genuini perso col tempo: la guerra civile intestina di Lerry Kölemann formalizza una release interessante, soprattutto per i margini di sviluppi evidenti quando terminano le canzoni.
Con un impianto argomentativo così, non possiamo che nutrire fiducia e attendere pazientemente le prossime evoluzioni.
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La recensione Hope in Hopper or in Oppenheimer di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-06-16 12:35:40
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