Golden YearsFuori menù2025 - Pop

Disco della settimanaFuori menùprecedente

Fuori Menù è una creatura discografica strana e affascinante, una raccolta di highlights di pop ultra contemporaneo, molto cool e perfettamente orchestrato

Siamo in qualche modo ad un finale di stagione, l'estate è alle porte, e già sappiamo che ci travolgerà col suo deserto discografico. Ma c'è ancora tempo per un temerario, che ha provato, in meno di mezz'ora di disco, a fare una raccolta di highlights, di momenti salienti di pop ultra-contemporaneo, molto cool, molto ben pettinato, adatto per le migliori occasioni. Il secondo disco di Golden Years è una creatura discografica molto strana e molto affascinante allo stesso tempo, perchè il producer romano è riuscito a piegare artisti che stavano iniziando a diventare monoliti verso la sua idea di musica. E scusate se è poco.

Ormai leggere da dicitura "feat. artista di successo trentenne" non è più motivo di sorpresa, ma un lancio di una moneta. Se esce testa sarà il riciclo di una strofa che non è diventata canzone, se esce croce è un calembour, un gioco fatto di qualche parola o poco più. Insomma nulla di sorprendente. Fuori Menù di Golden Years ha provato a riportare ordine in questa mania utra contemporanea delle collaborazioni, perchè non sono forzate, e soprattutto sono inserite in un disco dell'estate che inizia e finisce su un'unica idea stilistica.

Funzionano quasi tutti, alcuni addirittura sorprendono, come Frah Quintale, irriconoscibile nei primi versi che canta in Anche se ti amo - dove compaiono anche Nayt e Prima stanza a destra - , perché totalmente spostato dai suoi stilemi ormai triti e ritriti fino allo sfinimento. Ne escono benissimo anche Calcutta e Coez, a cui è lasciato l'onore di aprire e chiudere il disco, nei panni dei veterani, con due brani opposti per mood, ma molto significativi di questa freschezza diffusa. Il terzo colpo da maestro è l'aver riportato Tutti Fenomeni a coprotagonista caotico, miniaturista nonsense in Morena, dove primeggia la voce di SANO, ma dove Guarascio torna a elargire gli aforismi con cui riempiva soundcloud cinque anni fa.

Ci sono accoppiamenti strani, che lavorano per accumulo, ma che non risultano stucchevoli, non si sa come. Prima Lorenzza e Ariete ne La distanza, e il loro profluvio di confessioni adolescenziali, poi Drast e Faccianuvola in Signorina ciao, che abusano della dolcezza dell'autotune, creano una doppietta micidiale, due minuti a pezzo, una sorta di manuale compositivo per la gen z. Non c'è un vero e proprio maestro cerimoniere in Fuori Menù, ma se si dovesse trovare il maggiordomo, colui che fa gli onori di casa sotto ordine di Golden Years, quello sarebbe Franco126,ormai  collaboratore fisso del produttore romano, che si lancia in una collaborazione splendida con Dov'è Liana, per poi tornare ragazzo in Bolle di sapone, un brano che, ironia della sorte, suona molto Carl Brave.

In Fuori Menù sono condensate tutte le difficoltà che risiedono nella leggerezza del pop contemporaneo, che Pietro Paroletti ha studiato molto bene prima di regalarci questo disco sorprendente. Golden Years è un po' la risposta positiva contro la rapidità del mercato musicale, contro l'esigenza di fare uscire singoli e dischi a nastro, senza pensare, senza approfondire. 32 anni, addirittura 4 passati da Casematte, ma una crescita esponenziale, che potrebbe dare a lui - e a noi - parecchie soddisfazioni, in questo mare di incertezze.

 

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La recensione Fuori menù di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-05-30 00:34:00

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