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Tra nostalgia e stile: un brano che sa di ricordi e nuovi inizi

Con “Diario”, Nino firma un singolo che non ha nulla di acerbo, ma tutto l’equilibrio di chi ha saputo ascoltare, assorbire e rielaborare. Il brano – primo estratto dal disco d’esordio in arrivo – si muove con naturalezza in uno spazio musicale ibrido, sospeso tra il calore delle radici e una produzione lucida e contemporanea.

Fin dalle prime battute, si percepisce il gusto per l’intarsio sonoro: sfumature jazz, accennate con discrezione negli accordi e nelle dinamiche ritmiche, si appoggiano a una base pop-reggae rilassata ma mai prevedibile. L’atmosfera è quella di una narrazione intima, che non rinuncia però a essere comunicativa e fruibile. Il ritornello, costruito con cura melodica e senso della misura, è orecchiabile senza cedere alla banalità, e porta con sé un senso di familiarità che conquista.

Ma è nella tessitura dei riferimenti che “Diario” rivela la sua cifra più affascinante. I richiami ai primi anni Duemila, più suggeriti che citati, evocano la sensualità urbana dei Subsonica e la raffinatezza soul-pop di un Neffa d’annata, restituendo un gusto rétro che non è nostalgia, ma consapevolezza di una formazione artistica vissuta e metabolizzata.

La voce di Nino è il perno intorno a cui ruota tutto il brano: morbida, mai sopra le righe, si fa veicolo di un racconto personale ma aperto, capace di parlare a una generazione cresciuta tra CD masterizzati, auricolari condivisi e pagine di diario che sapevano di mondo interiore.

“Diario” è, in definitiva, una dichiarazione d’identità artistica, un ponte tra passato e presente che lascia ben sperare per un debutto discografico promettente, maturo e ricco di sfumature. Un primo passo che è già cammino.

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La recensione diario di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-06-24 08:04:03

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