Laica LunaLaica Luna2025 - Rock

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Un esordio cupo e ruvido, che si muove tra urgenza e fragilità.

Nel panorama odierno, dove tutto sembra costruito per trattenere l’attenzione il tempo di uno scroll, l’EP d’esordio dei Laica Luna arriva come un oggetto fuori dal tempo, volutamente laterale. Cinque tracce che non cercano né il compiacimento né l’approvazione, ma si muovono a tentoni nel buio, cercando risonanze autentiche in chi ascolta. Un lavoro che ha il coraggio di non sedurre, ma di restare in bilico, in ascolto, come chi non ha fretta di farsi capire subito.

C’è nel suono un’affinità evidente con l’alt-rock italiano degli anni Novanta: Afterhours, Marlene Kuntz, Santo Niente, Verdena. Ma i Laica Luna non si limitano a ripetere una grammatica già nota: la sporcano, la rallentano, la distorcono secondo un’urgenza più esistenziale che stilistica. Il rock qui non è mai retorico, mai muscolare: è fragile, evocativo, per certi versi spirituale, come se tentasse di dire qualcosa di indicibile con gli strumenti imperfetti del rumore.

Il titolo dell’EP, Laica Luna, è già una dichiarazione poetica: tenere insieme il distacco e l’intensità, osservare il mondo senza aderirvi del tutto, ma nemmeno rinunciare a viverlo. Questa tensione si riflette nei testi, che si muovono tra disillusione e desiderio, tra perdita e ricerca. In "Fascino austero", ad esempio, la band si confronta con l’autorità e la manipolazione, ma lo fa senza proclami, preferendo la via dell’allegoria e del riferimento colto (la citazione implicita a Franco Basaglia ne è un esempio).

C’è una costante volontà di interrogarsi sul senso e sul limite dell’identità, come in "Martirio", dove il sé si disgrega fino a diventare irriconoscibile, oppure in "Stella polare", che propone un orientamento interiore come resistenza all’invadenza delle opinioni altrui. Ma non si tratta di testi ermetici o intellettualistici: sono immagini, suggestioni, frammenti che aspettano di essere completati dall’ascoltatore.

L’EP ha il respiro di qualcosa che nasce per necessità, non per strategia. E proprio in questo sta la sua forza. Non è perfetto, non vuole esserlo. È un piccolo organismo vivo, che pulsa sotto pelle e si prende il suo tempo. 

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La recensione Laica Luna di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-07-18 08:05:33

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