Un disco sorprendente per stile, attitudine e potenza.
Con Fuori Tema, i Mexico86 mettono da parte ogni filtro e vanno dritti al punto: chitarre accese, voce ruvida, istinto puro. Il secondo album della band napoletana è una scossa elettrica nel panorama indipendente italiano, un lavoro che non insegue tendenze ma si affida a un suono diretto, viscerale, sempre in tensione. Il rock made in Italy ha cambiato indirizzo: recarsi a Napoli, prego.
Prodotto da Peppe De Angelis e Taketo Gohara, Fuori Tema suona come un disco suonato in presa diretta, pieno di bordi e senza levigature. La produzione lascia spazio all’impatto, con un mix che esalta la forza delle chitarre e la dinamica del gruppo.
Le influenze indie-rock anglosassoni si sentono, ma restano filtrate da un’energia molto italiana, che viene dalla strada e dalla sala prove più che dai tutorial di produzione.
I singoli "Deflesso", "Cani" e "Capita anche a me" avevano già tracciato la rotta: riff taglienti, testi che oscillano tra rabbia e disincanto, una tensione continua tra melodia e rumore. L’album allarga quel discorso, mantenendo coerenza e spontaneità.
Il risultato è un suono riconoscibile, che guarda ai Ministri ai primi Verdena, con qualche richiamo agli Zen Circus ma senza nostalgia: è un rock che vuole restare vivo nel presente, senza sentirsi un residuo del passato.
In un momento in cui la musica italiana sembra aver dimenticato la potenza dell’imperfezione, Fuori Tema è un disco che non si piega e non chiede di piacere. Suona forte, ma non per forza. Un album che si fa ascoltare tutto d’un fiato, ricordando che l’urgenza, quando è vera, non ha bisogno di effetti speciali
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La recensione Fuori Tema di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-10-21 00:00:00
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