Andrea Laszlo De SimoneUna lunghissima ombra2025 - Cantautoriale

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Andrea Laszlo è un tessitore di suoni e di luci

Andrea Laszlo De Simone lascia accadere la sua musica a intervalli irregolari, senza annunci di uscite. Un giorno ci troviamo una sua nuova canzone come se fosse una ricorrenza, un compleanno, il primo giorno di gennaio, e restiamo lì a dare un senso alla sua uscita, aldilà della sua innaturale bellezza. Senza sperare che arrivi necessariamente un disco. E poi un disco arriva per davvero, e diventa lui stesso un avvenimento. Scocca l'ora determinata, e lento come il giorno che inizia, il suo canto si fa strada tra le persiane. È luce di un sole che sorge ma è sempre più crepuscolare, col passare degli anni. Si chiama Una lunghissima ombrail quarto disco di Andrea Laszlo de Simone.

Nell'elenco delle cose che fanno i più grandi ci sono sicuramente quei gesti iper identificativi, di un percorso, di un lavoro preciso e molto spesso perfetto. E dunque per evitare di parlare di sé, per evitare di mostrarsi fisicamente nell'agone del nuovo edonismo musicale, quale miglior idea se non accompagnare il proprio disco con un mediometraggio fatto di riprese fisse, inquadrature di oggetti o situazioni che vivono senza alcuna specificità singolare degli esseri umani? Una richiesta di aiuto, di messa in discussione delle abitudini di chi ascolta musica tutti i giorni, affinché Una lunghissima ombra possa essere ascoltato una volta in meno, ma immerso in quelle immagini che Andrea Laszlo ha prodotto e che producono diversi tipi di ombre, quelle del fuoco in un camino, quelle di un palazzo urbano nell'autunno piovoso, quelle di una paperella di plastica nell'acqua di una vasca.

In questo gioco luminoso però Andre Laszlo de Simone continua a indugiare sul tema del tempo, e su quanto la vita non sia infinita, sui segni che lasciano gli anni, e sulla nostalgia che si imprime dappertutto, a partire dalle dita, che ricordano ciò che hanno toccato. Il godere del passato, le carni a contatto che infuocavano il suo capolavoro Uomo Donna, sono sensazioni relegate al passato, che chiedono di non essere dimenticate. Il rapporto che quasi dieci anni fa era uomo-donna, oggi è uomo-bambino. Una lunghissima ombra è il disco di un padre. Un grandissimo disco, di un padre che si interroga e si affaccia sulla vita di chi ha messo al mondo, con un senso di gratitudine puro e per niente retorico che lascia sempre straniti, perché sotto la dolcezza del suono ci sono sempre parole dure, che non cercano mai l'auto-assoluzione. La musica di Andrea Laszlo è il modo con cui un uomo non fugge dalle sue colpe, e si scusa a suon di capolavori.

Ma in questo novero non ci sono solo quelli che già sono classici della nostra canzone, comeLa notte, Un momento migliore o Quando - che assume il suo senso totale dentro la struttura del disco anche grazie ad un'outro lunghissima di rumore decostruito -, ma arrivano novità, nuove ricerche, scavi archeologici che fanno venire alla luce nuovi suoni antichi. Aspetterò è splendida, è il frutto di un vero studio attento degli anno 60', non semplicemente a livello estetico, ma a livello armonico. "La vita è una lunga attesa" si sente cantare a un certo punto, e in questo verso sta il simbolo di una densità di suono commovente dentro una struttura di canzone popolarissima e assolutamente semplice da digerire e recepire. 

Nella dolcezza di questo cantautorato ricchissimo e sempre alla ricerca di un ulteriore perfezionamento c'è un senso di concretezza che si fa spazio tra le parole delle canzoni. Etereo è il suono, ma ancorate alla vita di una persona sono le parole, con la consapevolezza che la morte quotidiana è una delle possibilità per vivere la vita al meglio, quando un privilegio ce lo permette. 

Una lunghissima ombra è una camera delle meraviglie, un luogo fisico da visitare in tutta la sua interezza, che raggiunge questa forma grazie alla sua parte finale, quando alcuni suoni elettronici fanno capolino dall persiane di cui sopra. Dapprima come eco di un movimento d'archi nitidissimo, in Quello che era una volta, poi come corsa ritmica velocizzata a suon di disillusioni, in Non è reale. Andrea Laszlo De Simone ha accolto le ombre che la sua esistenza gli ha portato, e ne ha fatto un altro gioiello, che fa quasi decadere la parola cantautore. Laszlo è un tessitore di suoni e di luci.

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La recensione Una lunghissima ombra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-10-17 09:54:00

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